Un cerchio si è chiuso, quello della battaglia per ottenere giustizia per Federico Aldrovandi. Ora se ne apre un altro che, nelle intenzioni degli organizzatori, vuole ricordare quel ragazzo di 18 anni morto senza motivo all’alba del 25 settembre 2005. A sette anni da quella tragedia, proprio nel luogo in cui il suo corpo senza vita rimase immobile per ore, senza che la famiglia sapesse cosa fosse successo, i genitori e gli amici di Federico organizzano il primo concerto in suo ricordo.
Sarà infatti l’ippodromo comunale il teatro di “Verità grido il tuo nome”, concerto di parole e musica voluto per ricordare Federico. Sabato 22 settembre, a partire dalle 16 fino alla mezzanotte, si alterneranno sul palco numerosi gruppi locali e di livello nazionale intervallati dagli interventi di numerosi ospiti: oltre ai genitori ed agli amici di Aldro parteciperanno Luigi Manconi, Filippo Vendemmiati, Checchino Antonini, Cinzia Gubbini, Dean Buletti, Fabio Anselmo, Ilaria Cucchi, Lucia Uva, Domenica Ferrulli, Stefania Zuccari (Madri di Roma), Italo di Sabato, Francesca Boari mentre è previsto un collegamento video con Lucia Annunziata. A condurre la giornata sarà Giulia Innocenzi, responsabile italiana di Avaaz.org.
Suoneranno dal pomeriggio Pietre in Tasca, Bitter coconut Deadfire, Icoman, Retches, FEV (falce e vinello), Pedrini Cantastorie+Nicola Banchio, Alessio Lega, Silver rocket, Modotti, DgtlMonkey. Chiuderanno la serata i Tre allegri ragazzi morti e Giorgio Canali e i Rossofuoco. L’ingresso sarà a offerta libera. “Abbiamo cercato di radunare i gruppi locali e tutti coloro che con parole e canzoni hanno dato negli anni il proprio contributo artistico alla storia di Federico”, sintetizza Andrea Boldrini, amico del ragazzo e fondatore del comitato Verità per Aldro.
Il tutto all’ippodromo, che dopo sette anni “per la prima volta non è più zona del silenzio – commenta Patrizia Moretti -; quest’anno con la sentenza di colpevolezza dei quattro poliziotti confermata in Cassazione si chiude il cerchio della nostra vicenda processuale e da quella sentenza vogliamo partire”. Perché “il nome di Federico ormai vuol dire molto di più di una persona, di un figlio, di un amico. Ora è anche un simbolo. Il simbolo di una giustizia civile che dovrebbe essere per tutti”.
E quando pensa a quei tutti Patrizia Moretti guarda alle altre donne che come lei stanno lottando per ottenere un perché alle morti dei loro cari: Ilaria Cucchi, Lucia Uva, Domenica Ferrulli e altre che con lei hanno fondato l’associazione “Federico Alsdrovandi” (vai all’articolo http://www.estense.com/?p=243982).
“Sono assolutamente convinto – è intervenuto Luciano Masieri, assessore allo Sport del Comune di Ferrara che ha dato il patrocinio all’iniziativa – che in un paese dalla memoria volatile come il nostro serve mantenere alta l’attenzione su questa vicenda. Se Federico è un simbolo, allora bisogna fare in modo che questo simbolo sia nella memoria di tutti. Io chiedo a Patrizia di far sì che quello del 22 sia il numero uno di un evento che prosegua negli anni, con una finalità precisa: non dimenticare”.
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