Economia e Lavoro
27 Agosto 2012
Sempre più ricca l’offerta di Carlo Mayr con lo spaccio della fermentazione home made

Ispirata a Savonarola e Borgia, è la birra artigianale di Ferrara

di Redazione | 3 min

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Ogni birra è dedicata a un personaggio, un’abitudine, una caratteristica peculiare di Ferrara: si passa dall’Eretika ispirata al Savonarola alla Boia, dedicata alla storica Casa del boia ma anche all’esclamazione dialettale, e ancora all’Hydra: il mostro a sette teste come il Po con i suoi sette affluenti. L’ultima nata è  Lucrezia, speziata e corposa, creata pensando alle arti ammalianti e venefiche della castellana di casa Borgia. A proporle sul mercato locale e non solo è il ventisettenne Marcello Colombari, che venerdì ha inaugurato il suo primo punto vendita in via Carlo Mayer: “Birra Frara”, uno spaccio di birre artigianali ideate e prodotte dallo stesso titolare, dove trovare – oltre a piccoli snack ricercati – tutti gli strumenti e i kit per seguirlo nella sua passione “casalinga”.

Marcello ha cominciato otto anni fa ad occuparsi di birre home made, passando così da fruitore a curioso sperimentatore. I primi esperimenti non avevano grandi pretese ma col tempo la tecnica si è affinata, supportata da specifici corsi di degustazione e fermentazione e dai primi impieghi nel settore. “Ho cominciato con tre stili inglesi, che sono la mia specialità, poi ho provato con una belga e ora mi sto dedicando a trovare nuovi gusti grazie alle spezie”, racconta Marcello. Nel 2012 alle sue “creature” – così chiama amorevolmente i propri marchi – sono stati attribuiti riconoscimenti importanti: l’ambrata Eretika ha vinto il primo posto alla competizione dei birrifici artigianali organizzata a Padova, “Birra nostra”; Boia è stata invece inserita nella guida Slow Food, vademecum per tutti gli appassionati dei cibi genuini.

Tante e di ogni età le persone accorse all’apertura del primo spaccio cittadino, collocato strategicamente tra il pub Undicesimo e il negozio de Il mercante di spezie. Marcello non prevede attività di mescita all’interno dei propri locali, venderà solo il prodotto imbottigliato, ma all’Undicesimo già da tempo è possibile assaggiare i suoi sapori. Per il pub ha creato l’esclusiva “Fat i fat to”, nome che ricalca il motto ferrarese indicato appunto come undicesimo comandamento, al quale la birreria deve il proprio nome.

“La cura e l’attenzione di questo ragazzo nei confronti del proprio lavoro è lodevole – spiega l’assessore comunale Deanna Marescotti, tra i partecipanti all’inaugurazione -: l’approccio da appassionato cultore che ha nei confronti della birra potrebbe aiutare la crescita di una giusta cultura dell’alimentazione. Il cibo – e la birra, e il vino con esso – per essere valorizzato non deve passare attraverso l’eccesso ma attraverso la conoscenza, la degustazione”. L’assessore s’è dichiarato felice del segnale positivo dato al commercio del centro storico da questa nuova apertura, soprattutto in relazione al fatto che si venderanno prodotti artigianali e territoriali: “è stato un evento inaspettato, perché nella nostra provincia si è per tradizione legati al vino, ma fortunatamente limiti all’eccellenze non ce ne sono. Chissà che Ferrara non diventi famosa per la birra”.

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