Cronaca
24 Agosto 2012
L'assessore al Bilancio risponde alle polemiche e alle preoccupazioni sollevate dalla vicenda

Caso Lageder, Marattin: ‘Zero ripercussioni sui cittadini’

di Mauro Alvoni | 5 min

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Il “caso Lageder” ha sollevato un polverone e messo in difficoltà il Comune (vai all’articolo) con una sentenza giunta dopo 30 anni che condanna lo stesso a risarcire per 1 milione e 700mila euro un imprenditore altoatesino espropriato nel lontano 1982 del proprio terreno a Villa Fulvia. Una volta apparsa la notizia si sono scatenate anche le polemiche nei confronti della Giunta e per come, in tutti questi anni, è stata gestita la questione. Ora la “patata bollente” è nelle mani del sindaco Tagliani e dell’assessore al Bilancio Luigi Marattin e proprio quest’ultimo ha sentito la necessità di far chiarezza sulla vicenda e rispondere allo stesso tempo alle polemiche innescatesi in seguito alla sentenza della Corte d’Appello.

“Capisco la voglia di visibilità, di far polemica a tutti i costi, e di attaccare la Giunta – attacca Marattin – tuttavia ogni persona con un minimo di buon senso (e per fortuna sono la maggioranza) capisce che questa incredibile vicenda si poggia su due soli nodi fondamentali”.

Quali?

“Il primo: la ‘follia’ di una sentenza che arriva 30 anni dopo i fatti… l’ammontare della somma in questione (1,7 milioni) è semplicemente dovuto al fatto che sia passato così tanto tempo, e quindi quella che era negli anni Ottanta una somma modesta è col tempo divenuta importante semplicemente applicando la rivalutazione. Del resto fu anche la controparte, nel 1984, a giudicare la somma troppo piccola e a ricorrere in Appello. Il secondo nodo è l’evidente – e anch’essa francamente incredibile – rigidità della controparte. La sentenza è arrivata qualche mese fa, e abbiamo subito iniziato una trattativa volta a trovare un accordo, evitando tra l’altro il ricorso in Cassazione. Abbiamo offerto degli immobili comunali, e ci hanno detto no. Poi abbiamo chiesto la sospensiva, e ci hanno detto no. Poi abbiamo invocato le difficoltà del terremoto, e ci hanno detto no. Infine, e questa è la cosa più incredibile, ci hanno anche negato di poter pagare in tre rate. E sono andati in banca a pignorarci i soldi. Atteggiamento francamente sconcertante da parte di persone tutt’altro che indigenti. Se penso che invece sono milioni i piccoli imprenditori in difficoltà coi pagamenti che accettano di buon grado compensazione di crediti e rateizzazione!”

Sulle conseguenze concrete di questa vicenda cosa può assicurare?

“I cittadini non hanno nulla di cui temere. La solidità del nostro bilancio, e i risultati raggiunti in termini di riduzione del debito che ci stanno portando alla ribalta nazionale in questi giorni, non sono affatto messi in discussione da questa vicenda. Così come, ovviamente, non ci saranno conseguenze su servizi o tassazione”.

Sulle modalità di copertura, qualora l’imprenditore insistesse nel rifiutare la rateizzazione?

“Il pignoramento è di circa 1,7 milioni di euro. In parte (700 mila euro) faremmo un mutuo, che però, costituendo solo lo 0,54% del nostro nuovo stock di debito, non andrebbe minimamente ad influire sul nostro straordinario percorso di riduzione del nostro indebitamento (meno 24% in tre anni). Il rimanente milione di euro lo copriremmo con vendite patrimoniali straordinarie, tra cui circa mezzo milione di azioni Hera. A questo riguardo, due precisazioni importanti. La prima:  esse costituiscono poco più dell’un per cento delle azioni Hera detenute direttamente o indirettamente dal Comune. La seconda: i cittadini ferraresi non perderanno la proprietà di questa (seppur piccola) porzione di patrimonio: le azioni infatti saranno vendute all’interno del sistema pubblico comunale”.

Quindi le preoccupazioni della segretaria della Funzione Pubblica Cisl, Canella, sono ingiustificate?

“Non voglio perdere tempo a commentare le dichiarazioni di quella donna, anche perche’ risponderà il sindaco. Sottolineo solo che nemmeno Tavolazzi si è permesso (almeno finora) di speculare politicamente su questa vicenda, in una lettera (vai all’articolo) che – a guardarla bene – contiene accuse gravissime. Il fatto che lo faccia lei dimostra la sua pochezza d’animo e la profonda necessità che ha questa signora di vergognarsi. Siccome non è nuova a queste uscite mi chiedo, a questo punto,  cos’altro è disposta a fare pure di guadagnarsi una manciata di consensi tra i dipendenti comunali. Non mi sorprenderebbe nulla, ormai”.

Cosa poteva fare l’amministrazione di diverso, per evitare o limitare le conseguenze di questa vicenda?

“Non c’era nulla che l’amministrazione potesse fare di migliore o di diverso. Il Comune è impegnato in centinaia di procedimenti giudiziari, dai ricorsi tributari, alle cause sugli oneri di urbanizzazione, fino ai semplici casi di cittadini che cadono per strada. Se dovessimo accantonare in bilancio cifre per tutte le cause in cui siamo coinvolti, ipotizzando ogni volta lo scenario peggiore,  ci vorrebbero risorse pari a 50 volte quelle che abbiamo… quando la sentenza è arrivata, abbiamo subito iniziato ad aggredire il problema, ma sempre trovandoci di fronte un muro”.

Nulla di cui pentirsi, in conclusione?

“Stiamo amministrano con la peggior nevicata degli ultimi 30 anni, la peggior crisi economica degli ultimi 80 anni, e il peggior terremoto degli ultimi 500 anni. In aggiunta, più che progettare i prossimi 30 anni di Ferrara, ci tocca più che altro occuparci dei problemi degli ultimi 30. Se in tutto questo riusciamo ad avere le tasse comunali più basse della Regione, i consumi pubblici tra i più bassi d’Italia e una riduzione dl debito tra le più consistenti del Paese, beh forse tanto incapaci non siamo. Poi, certo, nessun trionfalismo. E’ solo il nostro dovere, al quale siamo temporaneamente chiamati”.

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