Politica
6 Agosto 2012
Pd con Vendola e Casini? Per Franco Grillini è una "alleanza contronatura"

Da Comacchio l’Idv tende la mano a Grillo

di Marco Zavagli | 3 min

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Grillo durante il suo comizio a Comacchio

Una “alleanza contronatura” cui si risponde con l’unione dei “non allineati”. Invitato alla Festa dell’unità del centrosinistra a Comacchio, Franco Grillini, responsabile diritti civili e associazionismo dell’Italia dei Valori, mette sul tavolo il possibile scenario delle elezioni del 2013. Con un’apertura (che ha già provocato a livello nazionale lo scontro tra Di Pietro e Donadi) verso il Movimento 5 stelle.

Lo stesso Grillini premette che “ogni scenario al momento è pura fantasia, dal momento che non sappiamo ancora con che legge andremo a votare, e questo è inquietante”. Inquietante perché “la legge elettorale, uno degli architravi del sistema democratico, è terreno di accordi sottobanco”. Tra chi? È presto detto. Bastano le iniziali: “il trio Abc Alfano, Bersani, Casini. Che potrebbe diventare presto Bbc, se Berlusconi si ricandida”.

Al momento lo scenario più accreditato dà la Lega con il Pdl da una parte e Pd, Casini e Sel dall’altra. In mezzo a questa rivoluzione che sta confondendo, e non poco, gli elettori di entrambi i principali schieramenti, una linea però ancora esiste. “È quella dei diritti civili, tornata alla ribalta – sottolinea Grillini – grazie alla proposta di legge di Di Pietro sui matrimoni omosessuali”. Da lì, secondo l’ex parlamentare Ds, sarebbe discesa la bagarre all’assemblea nazionale del Pd e le polemiche contro Rosy Bindi.

“La linea di demarcazione tra sinistra e destra è quella dei diritti civili”, sostiene Grillini, anche perché “non ci è rimasto altro: le politiche economiche e salariali vengono decise dal Fmi o dalla Banca Europea”. E di questo il presidente onorario di Arcigay vede un principale responsabile: “il governo Monti con le sue politiche depressive e antiliberiste che vedono lo spread sempre sopra 500, un giovane su due senza lavoro e il rischio-Grecia non ancora scongiurato”.

L’IdV invece “sa da che parte stare, da quella dei lavoratori. Per questo il 1° agosto abbiamo depositato in Cassazione 4 nuovi quesiti referendari, sulla libertà di contrattazione, sul ripristino integrale dell’Articolo 18, sull’abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti e sull’abolizione della diaria parlamentare”.

Se Di Pietro si fa portabandiera dei diritti dei lavoratori e di quelli civili, cosa rimane agli altri? “È su questo che si devono fare le alleanze. In questo momento la distanza tra IdV e la “strana alleanza” tra Pd, Udc e Sel è abissale. Per questa Italia ci vorrebbe invece un governo di centrosinistra coerente con gli interessi della massa popolare. E chi ha intenzione di rompere questa unità si dovrà assumerne anche la responsabilità”.

E se non dovesse andare in porto questa rimpatriata in stile unione, Grillini ha già pronta l’alternativa: Beppe Grillo, che fa pur sempre parte del partito dei “non allineati” al governo Monti. Sul punto però il leader del Movimento 5 stelle sembrerebbe aver già detto no grazie. “In realtà – sottilizza Grillini – Grillo dice solo che a lui nessuno ha chiesto niente”. E anche se “quando nessuno gli scrive i discorsi dice spesso cazzate, come tutti i comici”, lui e Di Pietro “si sentono continuamente; il problema della governabilità se lo pongono anche i Cinque Stelle”.

Con i grillini l’Italia dei Valori e la Federazione della Sinistra (Rifondazione e Pdci) “raggiungerebbe almeno il 30% e potrebbe essere maggioranza nel paese. Fossi in Bersani mi preoccuperei”. Ed è proprio al segretario democratico che l’esponente dipietrista lancia il messaggio del non è mai troppo tardi: “siamo ancora in tempo a celebrare la foto di Vasto. La formula Pd, IdV, Fds e Sel funziona e dà stabili risultati in tante amministrazioni locali, non vedo perché non possa funzionare a livello nazionale”.

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