Goro. La Cassazione annulla la sentenza per violenza sessuale e rimanda gli atti al giudice di secondo grado. È un colpo di scena quello avvenuto ieri a Roma davanti alla Suprema Corte, chiamata a dare l’ultimo verdetto su un caso di violenza sessuale che vede coinvolto un pescatore di Goro di 46 anni, Tino Milani.

Ora la Corte di Appello di Venezia, competente per territorio, dal momento che il fatto si verificò in provincia di Rovigo, dovrà riesaminare la condanna a più di cinque anni inflitta per lo stupro, a questo punto forse solo presunto, raccontato dalla vittima, una ballerina russa di 31 anni.

La vicenda risale alla notte tra il 5 e il 6 gennaio 2007 (vai all’articolo). L’uomo si era infatuato della giovane (all’epoca dei fatti aveva 26 anni) che aveva conosciuto nel night Rosa Blu di Lido delle Nazioni. Quella notte la aspetta proprio all’uscita del locale e, con la scusa di darle un passaggio in macchina, avrebbe cercato il primo approccio. Giunti nei pressi di Ariano polesine, in provincia di Rovigo, dove risiedeva la vittima, di fronte al rifiuto di lei, l’uomo avrebbe estratto una pistola e, puntandole una pistola alla tempia, costretto la donna a un rapporto sessuale.

Il giorno successivo, il 7 gennaio, la donna racconterà tra le lacrime ai carabinieri quanto accaduto. Da qui partì una perquisizione nell’abitazione del 46enne, che portò al rinvenimento di armi da guerra non dichiarate. Dopo i 5 anni e 5 mesi del primo grado, l’appello aveva comminato la pena di 5 anni e 8 mesi per violenza sessuale aggravata, oltre al pagamento delle spese processuali e al risarcimento di 45mila euro in favore della parte civile, rappresentata in giudizio dall’avvocato David Zanforlini.

Ora tutto ritorno alla corte veneziana per rivalutare il caso. I motivi delle decisione della Cassazione saranno noti entro 30 giorni.