Provincia
24 Novembre 2009
Interrogatorio a Torino per l’imprenditore mesolano

Truffa alla Deutsche Bank, i due soci si accusano

di Redazione | 2 min

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00012818-originalMesola. Rigetta ogni accusa, dall’associazione per delinquere all’appropriazione indebita e al falso in scrittura privata. È durato ore l’interrogatorio di garanzia cui ha chiesto di essere sottoposto Salvatore Damiano, 55 anni, l’imprenditore di Mesola arrestato dalla guardia di finanza di Torino insieme all’altro ferrarese Elio Fiorucci, 50, nell’ambito dell’inchiesta sulla truffa alla Deutsche Bank.

Damiano, assistito dall’avvocato Carmelo Marcello, si è difeso davanti al pm di Torino dall’addebito di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, appropriazione indebita e falso in scrittura privata. Al pm che gli chiedeva conto degli ammanchi ha risposto che le sottrazioni sarebbero avvenute a sua insaputa, tanto che avrebbe denunciato già a gennaio il suo socio (Fiorucci) per aver falsificato la sua firma sulle operazioni in seguito scoperte dai finanziati.

Secondo le prove raccolte dalla Finanza, infatti, Damiano e Fiorucci avrebbero messo in piedi una rete di società su tutto il territorio nazionale per gestire il recupero dei crediti per conto del colosso bancario tedesco. La società di riscossione, una volta incassato il pagamento, ne tratteneva per sé una parte dichiarando di aver ricevuto solo una frazione del dovuto. Il giochetto sembra durasse da almeno un paio di anni e veniva attuato in tutto il territorio nazionale, attraverso le varie sedi delle società di recupero crediti nate ad hoc, cioè Torino, Rovigo, Genova, Civitavecchia, Padova, Palermo e – appunto – Ferrara.

A far saltare il meccanismo sono stati gli esposti di alcuni clienti della Deutsche Bank che, nonostante avessero già pagato gli addebiti – così almeno credevano – si sono visti recapitare a casa la richiesta di mora con diffida a pagare le cifre insolute.

L’imprenditore avrebbe aperto anche una causa civile nei confronti dei due istituti di credito dove aveva i conti correnti per mancato controllo. “Il mio assistito rigetta in toto l’accusa di associazione a delinquere – ribadisce l’avvocato Marcello – e ritiene di non essersi appropriato di somme destinate alla Deutsche Bank. Il fatto che mai si sia sottratto alle verifiche degli inquirenti depone a favore della sua buonafede”.

Per Damiano l’avvocato Marcello ha chiesto al gip la misura degli arresti domiciliari.

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