Nella bella cornice di palazzo Costabili Trotti (ex seminario), l’Udc ha inaugurato la sua sede ferrarese, un evento cui ha partecipato anche la consigliera regionale Silvia Noè. Apertura affidata al ‘Canto degli Italiani’ di Goffredo Mameli (“perché i partiti devono lavorare per le istituzioni”), dopodiché, sotto una foto che ritrae Aldo Moro e Benigno Zaccagnini ad un congresso democristiano del ’76, la coordinatrice provinciale Neda Barbieri si è rivolta ai quasi cinquanta presenti.
“È stato necessario un lavoro lungo e faticoso per trovare una sede, ed una sede che non costasse moltissimo, visto che il nostro partito vive di sottoscrizioni”. La preparazione iniziò tre mesi fa, “e ringrazio chi venne qui per dare di bianco e aiutarmi a fare le pulizie. È lo stesso metodo che vorrei si utilizzasse nel partito: ognuno porta quello che può per il bene comune. Credetemi – ha continuato –, non c’è altro”, e per quanto oggi sia “difficile immaginare che un partito è questo”, lei nella sua esperienza di sindaco e consigliere provinciale ha visto “davvero tanta gente che fa politica per volontariato e spirito di servizio”.
Venendo al territorio, “Ferrara è uno dei luoghi in cui ricominciare a tessere: eravamo molto radicati, ma poi ci fu una disaffezione nei nostri confronti”. La sede – tre stanze piuttosto ampie unite da un corridoio – “non è detto che debba essere aperta solo agli iscritti Udc, e anzi la metteremo a disposizione delle associazioni: l’importante è ricominciare a fare politica e a tessere”.
E qui Barbieri ha concesso l’unico cenno ad appuntamenti elettorali: le politiche del 2013 e le amministrative del ’14 oramai “sono qui”, ma la coordinatrice non si è in alcun modo pronunciata sulla collocazione del partito, che nel capoluogo nel 2009 al ballottaggio si collegò con Giorgio Dragotto, mentre il mese prossimo a Comacchio il simbolo Udc-Terzo polo sarà a fianco di quello del Pd nel sostegno ad Alessandro Pierotti (una scelta di cui Barbieri ha rivendicato la coerenza, visto che “già due anni fa demmo indicazione di votare per lui”, per quanto sulla scheda non comparve il simbolo).
Sugli scenari nazionali è ruotato invece l’intervento di Noè (“ho sempre avuto un debole per Ferrara” ha esordito), che ha accennato ad un paese “non in crisi”, ma la cui società vive piuttosto un “mutamento del Dna”. E se il bipolarismo che fino a pochi mesi fa ha contrapposto due blocchi “in modo antidialogante”, la scelta dell’Udc è stata quella di essere all’opposizione, prima di Prodi e poi di Berlusconi.
Adesso i centristi vogliono essere protagonisti di un’altra scelta, che li faccia “ampliare ancora di più, anche se comporterà alcune rinunce: non vogliamo rimanere al 7-8%, ma iniziare una fase di grande apertura. Nessuno ha paura di nessuno”, nemmeno a Ferrara.
Prossimi appuntamenti: il deputato Teresio Delfino a Cento il 12 aprile alle 17 (‘Agricoltura: quali sviluppi e quali idee’), una serata dell’Udc al teatro di Voghenza il 14 e l’intitolazione del parco vicino alla bocciofila a Zaccagnini il pomeriggio del primo maggio.
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