Politica
17 Febbraio 2012
L’assessore rinuncia all’opposizione. La difesa: “Critica politica”

Dal gip la querela Marattin-Tavolazzi

di Marco Zavagli | 2 min

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Il gip si è riservato di decidere in merito alla querela sporta dall’assessore al Bilancio del Comune di Ferrara nei confronti del consigliere comunale di Progetto per Ferrara Valentino Tavolazzi. L’udienza si è tenuta ieri. Presente l’avvocato della difesa Carmelo Marcello, che ha presentato una memoria difensiva.

La querela per diffamazione intentata da Luigi Marattin era stata archiviata dalla procura, ma l’avvocato dell’assessore, Riccardo Caniato, aveva fatto opposizione, per poi fare rinuncia alla stessa opposizione alcuni giorni fa.

La vicenda risale al luglio 2011, quando l’assessore manifestò pubblicamente la propria intenzione di portare Tavolazzi in tribunale per diffamazione per una frase che avrebbe leso la sua dignità professionale (vai all’articolo).

Frase contenuta in una lettera, inviata anche alle redazioni dei media locali e pubblicata sul sito ufficiale di Progetto Per Ferrara, in cui Tavolazzi scrive che “temo che l’assessore Luigi Marattin abbia studiato male sia la storia che l’economia. Le sue repliche segnalano un deficit di conoscenza disarmante. Il fatto preoccupa non poco poiché, stante il suo doppio incarico, non è dato sapere se egli possa arrecare più danni al Comune (e quindi a tutti noi) come assessore, oppure alla formazione dei suoi studenti, come docente”.

Una parte che lederebbe, secondo il denunciante (ex) “le capacità professionali dell’assessore nella sua funzione di docente di Economia Politica presso il Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Bologna”.

Le argomentazioni sviscerate ieri nell’aula del gip dalla difesa contemplano il fatto che “si tratta della risposta a una provocazione del giorno prima, fatta da Marattin a mezzo stampa, nella quale si contestavano a Tavolazzi “errori da studente del primo anno” – spiega l’avvocato Marcello -. Inoltre il mio assistito ha usato un artificio retorico ma solo per fini comunicativi, non per ledere la professionalità dell’assessore”.

Secondo la difesa “siamo nell’ambito della critica politica, che si inserisce nel dibattito sul derivato, innescato già con il predecessore di Marattin, un tema di notevole interesse pubblico”.

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