Economia e Lavoro
22 Gennaio 2012
Confartigianato si congratula con chi ha saputo rischiare

Fare impresa con l’indennità di mobilità

di Redazione | 2 min

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Riccardo Mantovani

Si sono fatti anticipare l’indennità di mobilità loro dovuta e l’hanno reinvestita sul territorio rilevando due aziende destinate a chiudere per l’impossibilità di attuare il cosiddetto passaggio generazionale. Sono Paolo Bergonzoni e Patrick Albrighi, ex dipendenti, oggi rispettivamente gestore di un centro assistenza e riparazione elettrodomestici a Ferrara e di un maglificio a Ro.

Nella loro ‘impresa’ hanno investito tutto:  30mila euro Bergonzoni e 10mila euro Albrighi. Finita la cassa integrazione, hanno chiesto e ottenuto l’anticipo delle mensilità loro spettanti per mobilità. Uno strumento previsto per legge nel caso in cui, appunto, sia finalizzato all’apertura di una attività in proprio.

“Bergonzoni e Albrighi hanno rischiato tutto – sintetizza Riccardo Mantovani, responsabile del dipartimento sindacale di Confartigianato – dimostrando che si può fare di necessità virtù. Non si sono pianti addosso e hanno preso quanto c’è di buono nella normativa sugli ammortizzatori sociali. Hanno dimostrato coraggio e determinazione – insiste Mantovani – scegliendo la via più difficile, quella di rimettersi in gioco evitando di fare i disoccupati”. Ha superato i 50 anni Bergonzoni e ne ha meno di 40 Albrighi.

“Avrebbero potuto continuare a percepire l’indennità loro dovuta in base all’età – commenta sempre Mantovani – e invece hanno scelto la strada più difficile. Si dice sempre che bisogna scommettere sul territorio, loro lo hanno fatto”. Una “assunzione di responsabilità individuale e collettiva”, secondo Mantovani, utile anche per risolvere il problema del ricambio generazionale.

La chiosa del responsabile di Confartigianato: “Il momento è difficile, ma compito delle associazioni come la nostra è informare su tutti i percorsi consentiti dalla legge. Perché casi come questo non devono essere isolati, ma divenire prassi. Fanno bene all’economia e restituiscono dignità al lavoratore”.

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