Politica
18 Settembre 2011
Delusi quelli che aspettavano Bossi, che ha preferito riposare in vista di Venezia

Calderoli sul Po: “Padania modello obbligatorio”

di Redazione | 3 min

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Se alla sorgente del Po la Festa dei Popoli Padani era iniziata con le proteste dei sindaci contro i tagli, non molto lontano dal delta, a Ro Ferrarese, la tappa verso Venezia si è svolta senza alcun intoppo.
Tranquillo l’attracco nei pressi del Mulino del Po, ultimo approdo della traversata del grande fiume: la motonave, accompagnata delle evoluzioni a pelo d’acqua di un aereo d’epoca guidato dai consiglieri liguri Manuel Paroletti e Giorgio Bonato, non proseguirà oltre. Il popolo del carroccio raggiungerà Padova, poi la laguna, in pullman.
Alle 17 di ieri l’imbarcazione è stata ancorata a Ro: a Stellata si è fermata senza ormeggiare solo qualche minuto di fronte alla Rocca Possente, dove erano riuniti un centinaio di sostenitori, insieme al sindaco Alan Fabbri, per una grigliata in compagnia.
Il primo a sbarcare è il ministro per la semplificazione Roberto Calderoli. Delusi quelli che aspettavano Umberto Bossi: reduce da un comizio la sera precedente, il ‘senatur’ ha preferito riposare in vista di Venezia, sconvolta proprio ieri pomeriggio dai disordini durante un corte anti-Lega.
Calderoli, accolto da un buffet a base di salumi tipici, sembra aver ingaggiato una guerra personale con i giornalisti e, inizialmente, rifiuta di parlare. Poi però ci ripensa e finisce per non risparmiarsi sull’attualità politica. Rintuzza le domande con l’arma dell’ironia.
Fini che ha chiesto le dimissioni del premier? “Fini chi? Ricordo salumi e qualche autogrill con quel nome”. L’ondata di intercettazioni telefoniche di Berlusconi? “Provo un’invidia tremenda”.
Il piglio si fa serio quando si parla dell’evento leghista più simbolico.
“La Festa dei popoli padani celebra la Padania, che oggi più che mai diventa un modello obbligatorio. Numeri alla mano è una realtà competitiva con la Germania: abbiamo in casa dunque un modello che si può seguire, noi lo mettiamo sul piatto. Ogni volta che passo sul Po verifico con mano quanto sono bugiardi quelli che negano l’esistenza della Padania”.
Nessun dubbio quando gli si chiede se è possibile sostenere questa visione nell’anno dell’Unità d’Italia. “E’ 150 anni che cercano di realizzare l’unità del Paese. Hanno tentato di trasformare il Nord in Regno delle due Sicilie, mentre noi cerchiamo di padanizzare il resto dell’Italia: proviamo a invertire i ruoli forse funziona di più”.
Con il ministro il capogruppo al Senato Federico Bricolo, l’eurodeputato Claudio Morganti, il segretario nazionale Angelo Alessandri, il consigliere regionale Mauro Manfredini e i vertici locali del partito di Bossi.
“Abbiamo sentito netta la vicinanza della popolazione – spiega il segretario del basso ferrarese Mauro Possanza, organizzatore dell’accoglienza -. La sensazione è quella dell’appoggio di tutti, pur con delle criticità in atto: a Venezia sentiremo però novità importanti sulla situazione politica. Il problemi comunque sono più in casa d’altri, noi siamo uniti e compatti”.
Dello stesso avviso il presidente del Carroccio ferrarese Giovanni Cavicchi. “Il nostro è un movimento unito – sostiene – e siamo pronti a spiegare ai nostri e a tutti i cittadini cosa sta succedendo, a partire dalla manovra”.
C’è quindi attesa intorno al discorso veneziano del fondatore e leader del partito, verso il quale il popolo leghista sceso dalla motonave a Ro dimostra di avere fiducia: prima di salire sul bus lo acclama, insieme alla “Padania libera”.

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