“Caro capitano, da te abbiamo ricevuto una lezione di vita che non dimenticheremo mai”. Commosse le parole di stima e ringraziamento lette in chiesa da una militare della 262ma compagnia controcarri per il capitano Massimo Ranzani, deceduto in Afghanistan il 28 febbraio.
La mamma Ione e il papà Mario hanno ricevuto ieri l’abbraccio dell’intera comunità. Ieri mattina in camera ardente, dove si è presentato anche l’onorevole Dario Franceschini, e poi nel pomeriggio alle esequie, attorno ai genitori del capitano si sono stretti tutti.
Bandiere tricolore esposte dalle abitazioni, altre ancora issate nei cantieri lungo via Eridania che si sono fermati al passaggio del corteo funebre. Cinquecento persone in chiesa e duemila circa ad assistere alla funzione all’esterno nelle vie e nella piazza di S. Maria Maddalena dove era stato allestito un maxischermo.
I compagni Scout tenendosi per mano sono entrati in chiesa e, al termine della funzione andando oltre le regole protocollari e di cerimoniale, come abbracciati al capitano, hanno intonato commossi attorno al feretro un canto di ringraziamento che gli scout sono soliti cantare la sera davanti al fuoco prima di andare a dormire.
Il vescovo Lucio Soravito De Franceschi, nell’omelia, si è interrogato su quanto sia difficile, ma anche “necessario togliere la coltre di violenza in Afghanistan dove i talebani hanno strappato quell’unico figlio ai genitori”.
La preghiera dell’alpino letta da un militare sull’altare e mormorata da mamma Ione e poi il silenzio, toccante che ha commosso profondamente anche le più alte cariche militari.
Straordinaria la partecipazione istituzionale ai funerali: il presidente della Regione Luca Zaia che ha fatto visita anche alla camera ardente, gli onorevoli Luca Bellotti ed Emanuela Munerato, i senatori Maria Teresa Bertuzzi ed Alberto Balboni, gli assessori regionali Isi Coppola ed Elena Donazzan, il prefetto di Rovigo Romilda Tafuri, il presidente della Provincia di Rovigo Tiziana Virgili e di Ferrara Marcella Zappaterra, il sindaco di Rovigo Fausto Merchiori e quello di Ferrara Tiziano Tagliani e una trentina di sindaci del Polesine.
Tra le autorità militari: il generale di corpo d’armata Francesco Tarricone, comandante delle forze operative terrestri, il generale di corpo d’armata Alberto Primicerj, comandante delle truppe alpine, il generale di divisione Enrico Pino, comandante del comando militare dell’esercito ‘Veneto’, il generale di divisione Guardia di Finanza Walter Crespella, comandante provinciale Guardia di Finanza colonnello Roberto Di Tullio, il generale di brigata comandante della Legione Veneto dei Carabinieri Sabino Cavaliere, il comandante del comando provinciale dei Carabinieri colonnello Giovanni Baudo e il comandante della compagnia dei Carabinieri capitano Simone Toni.
Al termine della cerimonia, quando il feretro, portato a spalla da sei commilitoni, con il cappello da alpino ed uno da boyscout (corpo di cui Ranzani faceva parte) di seguito, ha lasciato la chiesa, la folla ha salutato ‘Maci’ con un lungo applauso.
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