Ultimo giorno di Gaza
L’Europa è anche Gaza. E Gaza è anche Europa. Non serve avere una stessa bandiera per riconoscersi tra essere umani
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. Sarà conferito oggi (venerdì 9 maggio) l'incarico per eseguire l'autopsia sul corpo della 90enne Lidia Ardizzoni, l'anziana donna il cui cadavere - durante il tardo pomeriggio di lunedì 5 maggio - è stato trovato dai carabinieri avvolto nel cellophane e nascosto nel garage di un'abitazione al civico 70/D lungo al via Provinciale a Scortichino
La Sala Estense di Ferrara ha vibrato ieri sera, mercoledì 7 maggio 2025, al ritmo di Art Kane – What The Pictures Sound Like. Esplorazioni sonore delle leggendarie fotografie di Art Kane
L’ex Bocciofila di San Bartolomeo in Bosco verrà restituita alla comunità. A seguito di un importante intervento di riqualificazione del valore complessivo di un milione di euro
Due concerti per dare il via ai lavori che faranno nascere il Polo della Creatività e tante attività estive gratuite, aperte a tutte le età, da realizzare negli spazi sotto il Montagnone
di Romeo Farinella, urbanista
Credo che il dibattito sollevato da alcuni articoli su Estense.com, riguardanti il tema della “compensazione” (o “contributo” economico) come modalità per poter usare luoghi storici o paesaggistici per eventi musicali ad alto impatto, si possa prestare ad alcuni fraintendimenti. La compensazione monetaria per l’utilizzo di un bene si basa sull’attribuzione di un valore d’uso, che significa pagare un prezzo per usare, a scopi privati, un bene pubblico. E una piazza pubblica, o un luogo archeologico adibito ad arena, dove per entrare è necessario acquistare un biglietto, è una forma di privatizzazione.
Il concetto di “compensazione” appartiene a una filiera di categorie quali: “evitare”, “ridurre”, “mitigare”, e “compensare” è certamente la categoria più leggera, più possibilista. Io, ente pubblico, permetto a te privato di svolgere un’attività e tu mi ricompensi economicamente. È in fondo la stessa pratica dell’acquisto dei crediti di carbonio da parte di imprese che devono compensare le emissioni eccessive di CO2 e che sta facendo molti danni in giro per il mondo, in particolare in quello più povero e quindi più “ricattabile”.
Rimane il fatto che l’evento è riconosciuto come negativo o quantomeno problematico (altrimenti non si chiederebbe la compensazione) per i seguenti motivi: nel caso di un parco urbano si mette in crisi la biodiversità e la naturalità di uno spazio, in una piazza storica o uno spazio urbano si crea un danno ai monumenti con i decibel della musica e si intacca il diritto a dormire e riposarsi dei cittadini, si impedisce l’uso pubblico di un bene di tutti, si mette in crisi un modello di turismo di qualità ed economicamente più redditizio di quello “mordi e fuggi” scatenato dagli eventi locali come quelli del Ferrara Summer Festival. Una recente lettera su questo giornale ha ben argomentato questo tema.
Quindi il “compensare” deve essere valutato dentro le criticità delineate dalla filiera che ho citato e dovrebbe contemplare anche la scelta di “evitare” tali eventi (in quei luoghi e non in assoluto, come più volte ribadito). Certo questo presuppone una scelta politica, amministrativa e culturale che non mi pare sia nelle corde di questa amministrazione e del suo Sindaco che ha in questi giorni ribadito con orgoglio che i grandi eventi continueranno nel parco G. Bassani. Tale scelta è coerente con la sua trasformazione di fatto in un’area “fiere e mercati” e non in un polo ad alta vocazione naturale di una possibile trama verde per la città, come sarebbe auspicabile, seguendo le esperienze avviate in molte città europee: una per tutte Strasburgo con il suo parco naturale urbano.
Penso si debba sostituire al concetto di “compensazione” quello di “valore non negoziabile”, associato a quello di governance. La differenza tra governo e governance lo possiamo sintetizzare nel passaggio tra le pratiche di politiche pubbliche centralizzate a pratiche di rete, quindi dal comando alla negoziazione e condivisione. Una pratica di negoziazione con soggetti e interessi diversi: economici, sociali e culturali che preveda anche la scelta di conferire un valore “non negoziabile” ad un bene pubblico sia esso l’acqua, il patrimonio o un bene naturale, per ribadire l’interesse collettivo.
Quindi sgombrerei il campo dagli equivoci, i grandi concerti in piazza, soprattutto per un periodo così lungo, non si devono fare per le ragioni esposte più volte: questa deve diventare una scelta non negoziabile, conseguente ad una attribuzione di valore ai luoghi della città. Ampia disponibilità al contrario nel trovare uno spazio adatto a questi grandi eventi in altre parti della città, più facilmente organizzabili anche in termini di accessibilità.
Roma chiede 300mila euro per i concerti rock al Circo Massimo ma questo rimane un errore perché quell’attività mette in pericolo un patrimonio unico, come ha dimostrato il “terremoto” musicale indotto dal concerto di Travis Scott. Ferrara, non chiede nulla, così si legge, ma impone un disagio a molti suoi cittadini, molti commercianti e ristoratori del centro storico pare non siano felici di questi eventi, visto che gli spazi della piazza come la galleria diventano anche depositi di sedie.
Ferrara nel suo piccolo potrebbe diventare una città dentro un parco: con il suo centro storico, le sue aree agricole dentro le mura, le sue mura e il vallo, i suoi quartieri operai, costruiti a nord e quelli popolari a sud, molti di questi ricchi di giardini, le aree infrastrutturali da trasformare in giardini lineari e servizi ecosistemici, la sua archeologia industriale, il suo reticolo idrografico, la sua agricoltura periurbana. Penso che questa potrebbe essere una visione strategica degna di una città che è stata riconosciuta come patrimonio Unesco anche in quanto “mirabile città progettata”, come si legge nella motivazione. Questo è il supporto qualitativo su cui innescare politiche economiche incentrate su di una “economia della conoscenza”, su di un turismo culturale di qualità, legato anche alla presenza dell’Università che in questi ultimi due mesi ha portato centinaia di ricercatori da tutto il mondo in due importanti congressi internazionali, fermi a Ferrara per diversi giorni.
Si tratta dunque di riprogettarla, la città, ma come? Definendo innanzitutto una strategia di valori, che definirei, per l’appunto, “non negoziabili”. Dunque, un progetto collettivo frutto del coinvolgimento di tutti gli attori locali per ripensare una città resa “ecologica” dalle qualità ambientali e culturali delle sue relazioni fisiche e sociali. E si troverà certamente anche un luogo per ospitare la rapper del momento e il rocker giramondo, ovviamente compensando economicamente la città che mette a disposizione luogo, servizi e personale per la gestione e svolgimento dell’evento. Del resto nel Regno Unito questi grandi eventi musicali si svolgono spesso su terreni agricoli privati e il proprietario non li mette a disposizione gratuitamente.
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