Leggo con stupore e disappunto la burocratica risposta della Presidenza del Teatro Comunale alla mia lettera che sollevava il problema del biglietto gratuito per chi accompagna un disabile.
Nella risposta citata si afferma che la gratuità è prevista solo per gli accompagnatori di coloro che soffrono di disabilità motoria (che usano cioè, come precisa puntigliosamente la risposta) la sedia a rotelle.
In sostanza si introduce una antipatica distinzione fra disabili e disabili, che mi sembra illogica e infondata. Chi è disabile, a mio avviso, è disabile: e basta!
Seguendo la “ratio” (si fa per dire) della risposta, un invalido al 100% (certificato dagli organi competenti) viene discriminato solo perchè non ha bisogno della sedia a rotelle!
Quindi, se ha problemi di orientamento, soffre di frequenti crisi di panico o ha gravi disturbi psichiatrici che hanno determinato una invalidità totale, non ha diritto ad essere accompagnato gratuitamente. Tanto può deambulare e dunque si arrangi!
Qualcuno può spiegarmi la logica di tale “ragionamento” che ha portato, a mio avviso, a una decisione iniqua? Va benissimo favorire coloro che hanno necessità di una sedia a rotelle, ma perchè considerare di serie B, o “figli di un dio minore” le altre categorie di disabili?
Punto finale: perchè è stata assunta tale decisione, quando nessuna norma impedisce al Teatro Comunale di mantenere in vita il regime dello scorso anno?
L’unico scopo che riesco a cogliere è il risparmio di qualche miserabile euro, privando i disabili deambulanti di un piccolo ma importante sostegno, anche psicologico.
Capisco le esigenze di bilancio, ma andare a “raspare” pochi spiccioli sfavorendo i disabili (anche invalidi al 100%) che ancora possono camminare mi sembra una decisione ottusa e micragnosa, non degna della tradizione del nostro Teatro Comunale e di una città che, a parole, fa sfoggio di sostegno e di aiuti ai disabili (deambulanti o meno).
Maria Zucchini