
di Sara Bolognesi
Porotto. L’ennesimo atto vandalico nella sede del Partito democratico a Porotto. Lunedì 7 agosto gli attivisti del circolo, andando ad aprire la sede, hanno trovato un’ amara sorpresa: è stata infatti staccata e portata via la targa dedicata a Lio Rizzieri, figura a cui è intitolato lo stesso circolo, ed è stato staccato dalla vetrina il simbolo del partito.
“Sono passata per il circolo alla mattina e non ho più visto la targa intitolata a Lio”, racconta dispiaciuta Rita Martelli, volontaria del circolo di Porotto. “La targa è il simbolo del nostro circolo. È la seconda volta che la sede subisce attacchi di questo tipo, non si sa se da parte di ragazzini annoiati o a sfondo politico”.
“Il nostro è un luogo aperto alla comunità, con attività di volontariato e iniziative che vanno oltre la politica cercando di unire la comunità del paese: non capiamo il perché di un simile gesto” conclude Martelli, amareggiata per l’accaduto.
“Di nuovo un atto vandalico, accaduto nella stessa vetrina attaccata anni fa”, commenta il segretario comunale Alessandro Talmelli. “Ai tempi erano state disegnate svastiche al contrario e la vetrina di allora è stata recentemente sostituita da una vetrina nuova. Ora un nuovo attacco, in cui è stata presa di mira anche la targa dedicata alla memoria di Lio Rizzieri”.
Prosegue Talmelli, evidenziando come questo fatto “sia spiacevole soprattutto per il luogo in cui è accaduto: un circolo usufruito anche dalla cittadinanza, non solo dagli iscritti. L’attività così forte e viva del circolo probabilmente dava fastidio a qualcuno, viste le molte iniziative negli ultimi anni, tra cui incontri nelle scuole, per portare avanti i valori dell’antifascismo” precisa il segretario, constatando come “più vengono portate avanti queste iniziative più continuiamo ad essere un bersaglio. Bisognerebbe riflettere su questi attacchi, che sono legati da un filo comune”.
“Continuiamo a monitorare la situazione, stando attenti a quello che succede a Porotto”, conclude Talmelli, riflettendo anche sulla situazione specifica delle frazioni. “Continua ad esserci un abbandono in queste zone, poco frequentate dalle forze dell’ordine – ma che si sono dimostrate subito collaborative dopo la denuncia del fatto – e in cui manca la video sorveglianza. Episodi di questo genere in passato non accadevano in modo così frequente”.
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