Detenuta trans violentata in carcere. Ispezione a sorpresa di Ilaria Cucchi
Una ispezione a sorpresa nel carcere di Ferrara. È quello avvenuta questo pomeriggio (lunedì 30 giugno) da parte di Ilaria Cucchi, vicepresidente della Commissione Giustizia
Una ispezione a sorpresa nel carcere di Ferrara. È quello avvenuta questo pomeriggio (lunedì 30 giugno) da parte di Ilaria Cucchi, vicepresidente della Commissione Giustizia
Una detenuta transgender ha denunciato di essere stata violentata nel carcere di Ferrara da quattro uomini. I fatti sarebbero successi all'interno di una cella nella sezione "Protetti"
Per il direttivo e l'Osservatorio Carcere della Camera Penale Ferrarese, la violenza sessuale che una detenuta transgender sarebbe stata costretta a subire da quattro uomini all'interno del carcere di via Arginone, "mette in luce, ancora una volta, i problemi che affliggono il sistema carcerario".
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Era scappata con la figlia a Cuba senza dire nulla al padre. È stata condannata due anni fa a tre anni di reclusione e ora partirà l’ordine di carcerazione.
È la storia tutt’altro che a lieto fine di una donna di nazionalità cubana di 32 anni che aveva avuto un figlio in Italia con un uomo di 70 anni, ferrarese.
I due non avevano mai convissuto e avevano in affidamento congiunto la bimba, che oggi ha 13 anni.
Questo fino al 2016, quando l’uomo non riesce più a contattare la donna. A scuola gli viene detto che non vedono la piccola alunna da giorni. Si scopre che la madre l’ha presa con sé e portata a Cuba, dove ha fatto perdere le sue tracce, tanto ch anche oggi, a distanza di anni, risulta irreperibile per il tribunale.
E in tribunale la ‘coppia’ si è ritrovata più volte. Inizialmente, nel 2012, lei lo aveva accusato di aver scattato delle foto di natura pedopornografica alla figlia. Accusa dimostratasi falsa, con tanto di proscioglimento del genitore.
Nel frattempo lui, assistito dagli avvocati Enrico Zambardi e Serena De Pellegrin, l’ha denunciata per sottrazione internazionale di minore, costituendosi parte civile. Il relativo processo si è concluso nel dicembre del 2021 con la condanna della donna a tre anni di reclusione e la revoca della potestà genitoriale.
L’imputata non ha fatto appello e la sentenza nel frattempo è diventata defintiva. A ‘salvarla’ c’era la sospensione della pena, che ora però dovrebbe venir meno.
La donna è stata infatti condannata per un altro reato, lesioni, e il cumulo di pene ha fatto scattare la richiesta di revoca del beneficio da parte della procura.
Ieri, martedì 18 luglio, si è tenuta davanti alla giudice Carlotta Franceschetti la relativa udienza di discussione, conclusa con la riserva da parte del magistrato.
In caso di revoca della sospensione partirà l’ordine di carcerazione. E a quel punto si vedrà che tipo di accordi internazionali vigono tra Italia e Cuba per chiedere l’estradizione della donna e il ritorno della figlia in Italia, dove il padre l’aspetta da 7 anni.
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