di Giada Magnani
Argenta. Anita: torna il suono delle campane, i cui rintocchi non si odono più, ammutoliti dal terremoto del 2012. Questo avverrà presumibilmente tra un anno, allorquando cioè verrebbero completati i lavori di messa in sicurezza della chiesa, e di ripristino dei danni strutturali cagionati dagli eventi sismici di 11 anni fa. Che hanno portato all’inagibilità dell’edificio, di proprietà del demanio. Parliamo comunque della ciliegina sulla torta, che vedrà a fine estate, l’apertura dei cantieri di ristrutturazione e consolidamento del fabbricato. Che ora versa in uno stato di degrado, fatiscente, che cade a pezzi, dimora dove albergano piccioni ed altri animali, dismesso dalle funzioni religiose a dalle attività dell’annesso asilo parrocchiale.
Il progetto è stato illustrato martedì sera in un incontro pubblico organizzato dalla locale consulta di frazione, e dall’assessore al decentramento, Davide Zanotti, che giocava in casa, presso la sala Civica del paese. Era presente anche il sindaco Andrea Baldini che si è compiaciuto dicendosi in sostanza “soddisfatto per il prossimo avvio dei lavori, che rappresentano comunque un punto di partenza, non di arrivo, in attesa di eventuali altri contributi da destinare al decoro dell’immobile”.
Un intervento insomma che prende il via dopo un lungo ed articolato percorso di aggiudicazione, assegnato su gara di appalto, vinta dalla “Coop. Ceir” di Ravenna, unica impresa che ha partecipato al bando. Ad illustrare il progetto nei dettagli c’era il geometra della Curia di Ravenna, Vincenzo Zibordi. Che coadiuvato da suoi collaboratori, ha spiegato in sintesi che si metterà mano solo alle parti murarie, lastre esterne, campanile, abside, tetto, intonaci e tinteggiature, arcate, muri, solai, cornicioni, canali di gronda. Ma non a porte, infissi, pavimenti, impianti, canonica.
Unicamente insomma a quelle parti che hanno subìto lacerazioni o crepe, dissesti o cedimenti dovuti alle scosse telluriche. In questo contesto, si cercherà di correlare queste direttive dettate dalla regione Emilia-Romagna, che ha stanziato un fondo di circa 900.000 euro, per sanare alcune problematiche di recupero estetico. Ad esempio le alberature e l’allestimento di tamponature reticolari alle finestre per evitare l’accesso di volatili il cui guano è vettore di malattie. Verrebbero poi riposizionati e ripuliti altari, confessionali, banchi di preghiera ed altri ornamenti.
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