Cronaca
8 Giugno 2023
Condannati i diciassette imputati con pene raddoppiate quasi per tutti, rispetto alle iniziali richieste della Procura. Dj Boogie dovrà scontare 22 anni di carcere, ma il suo avvocato non ci sta: "Sentenza che vuole essere espressione del popolo e non basata sulla giustizia"

Processo al clan Vikings/Arobaga. Per i giudici fu mafia nigeriana

di Davide Soattin | 3 min

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(foto di Riccardo Giori)

Pene raddoppiate quasi per tutti, rispetto alle iniziali richieste della Procura, e una certezza: quella che venne sgominata a Ferrara, grazie all’operazione Signal dell’ottobre 2020, per i giudici, fu mafia nigeriana.

È quanto si evince dalla sentenza emessa mercoledì, 7 giugno, dopo trentotto udienze, dal collegio del tribunale – presidente Sandra Lepore con a latere i giudici Alessandra Martinelli e Andrea Migliorelli – con cui è stata decretata la condanna dei diciassette imputati di nazionalità nigeriana, riconoscendo l’aggravante di associazione a delinquere di stampo mafioso, per un totale di 230 anni e 5 mesi di reclusione.

Al termine delle quattro ore di camera di consiglio, alla fine, a pagare il prezzo più caro è stato Emmanuel Okenwa – in arte Dj Boogie e capo del clan dei Vikings Arobga – che dovrà scontare 22 anni di carcere, mentre Emmanuel Albert è stato condannato a 20 anni, seguiti a ruota dai 17 anni e 2 mesi inflitti a Lucky Anthony Odianose e dai 17 dati a Godspower Okoduwa.

Abubakar Shaka e Musa Junior invece sono stati condannati a 15 anni. Leggermente inferiore la pena per Henry Arehobor (13 anni e 3 mesi) e per i vari Glory Egbogun, Irabor Igbinosa e Kingsly Okoase: a tutti e tre sono stati inflitti 13 anni di carcere.

Infine, sono 12 gli anni che dovrà scontare Felix Tuesday e 11 quelli per Jonah Omon, mentre è di 10 anni la pena per Stanley Onuoha, Gbidy Trinity, Igene Joel e Abamu George. Il cerchio si chiude poi con la condanna a 9 anni di Jacob Chedjou.

Alla reclusione in carcere, il collegio giudicante ha inflitto loro anche l’espulsione dal territorio nazionale e il pagamento di una provvisionale da 100.000 euro ciascuno nei confronti del Comune di Ferrara, che si era costituito parte civile all’inizio del processo, nel 2021.

Al termine dell’udienza, alla soddisfazione della Procura e degli inquirenti, ha fatto da contraltare la delusione degli avvocati dei diciassette imputati che, oltre a confermare la volontà di ricorrere in appello contro la sentenza di primo grado, hanno espresso la loro disapprovazione per quanto deciso dal tribunale. In tal senso, i legali Giampaolo Remondi e Irene Costantino hanno parlato di “sentenza severa“, mentre più duro è stato il commento di Laura Ferraboschi, avvocato difensore di Dj Boogey.

“Non penso che sia una sentenza giusta – ha affermato – e il fatto che ci sia il doppio della pena, già mi preoccupa. Vuole essere una sentenza che è espressione del popolo, più che una sentenza basata sulla giustizia. Una sentenza emotiva, non tecnica o giuridica. Le argomentazioni che abbiamo portato avanti penso siano molto importanti perché sono in linea anche col recente incontro avuto in cui si parlava di mafia, in occasione dell’anniversario di morte di Giovanni Falcone”.

E aggiunge: “Da lì, da quell’incontro, erano uscite indicazioni molto profonde. Trovati i soldi, qui i soldi non si son trovati. Cercate l’omertà, qui l’omertà non c’è. Riservatezza? Qui c’era pubblicità. Ci sarà ampio spazio per l’appello e lo dico. Non hanno osservato i caratteri che Falcone e Borsellino avevano dato per sanare veramente l’associazione mafiosa e non queste associazioni, che oggi vengono chiamate nuove”.

Le motivazioni della sentenza sono attese entro 90 giorni.

 

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