Cronaca
6 Giugno 2023
I fatti risalgono alla tarda serata del 27 luglio scorso. Il giudice dell'udienza preliminare Carlo Negri ha fissato l'udienza per la discussione al 27 giugno

Avvelenò la madre, la Procura chiede il processo per Sara Corcione

Sara Corcione
di Redazione | 2 min

Leggi anche

Morì sul lavoro in Borgo Punta. Si attende l’udienza preliminare

Si attende la fissazione dell'udienza preliminare del processo per l'incidente mortale in cui perse la vita Miz Mohamed Fawzy Abdou, operaio edile 36enne di nazionalità egiziana, impegnato in un cantiere per la ristrutturazione col Superbonus 110% di un palazzo in via Borgo Punta, al civico 187

Processo stadio. “Tutti i margini di sicurezza non erano stati rispettati”

Prosegue il processo nato dall'inchiesta relativa alle presunte difformità strutturali dello stadio Paolo Mazza, riscontrate durante il cantiere per i lavori di ampliamento dell'impianto sportivo cittadino fino a 16mila posti, avviato dopo la permanenza della Spal in Serie A nel campionato di calcio 2018-2019

Sara Corcione

Sara Corcione

Nei giorni scorsi, la Procura della Repubblica di Ferrara – pm Lisa Busato – ha avanzato una richiesta di rinvio a giudizio per la 39ene Sara Corcione, la donna accusata di aver ucciso la madre, la 64enne Sonia Diolaiti, avvelenandola nel suo appartamento di via Ortigara. Un fatto, questo, per cui ora gli uffici di via Mentessi chiedono che venga processata davanti alla Corte d’Assise con l’accusa di omicidio premeditato, aggravato dal vincolo di parentela.

I fatti risalgono alla tarda serata del 27 luglio scorso, quando Corcione – come da lei stessa confessato agli inquirenti – aveva atteso che la madre si recasse in vacanza sul Lago di Garda per entrare nel suo appartamento in via Ortigara e portare a termine il piano che elaborava da quasi un anno, da quando cioè – nell’agosto del 2021 – si era procurata le dosi letali di nitrito di sodio con cui la uccise.

La madre morirà tra atroci dolori. Chiamerà anche la figlia per chiedere aiuto. Ma la figlia rimarrà a letto serena, attendendo che il veleno facesse il suo corso.

Solo tre giorni dopo il cadavere verrà scoperto, nella nottata tra venerdì 29 e sabato 30 luglio, quando una coppia di amici della vittima, non avendo più sue notizie da alcuni giorni, chiesero informazioni alla figlia, che diede loro giustificazioni ritenute non plausibili e che li fecero insospettire. Da lì la chiamata al 112 e la macabra scoperta.

Su quanto accaduto, la Procura dispose subito tre consulenze tecniche: una informatica, una chimica e infine – la principale – quella psichiatrica sulla donna – oggi reclusa nel carcere di via Arginone e assistita dall’avvocato Antonio Cappuccio – con cui lo psichiatra Luciano Finotti ne constatò la capacità di intendere e di volere al momento dell’omicidio, nonostante un grave disturbo paranoide della personalità, e per questo in grado di stare in processo, col giudice dell’udienza preliminare Carlo Negri che ha fissato l’udienza per la discussione al 27 giugno in tribunale a Ferrara.

 

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com