“Esiste un’altra Ferrara” è l’assunto da cui parte Nicola Minarelli, segretario provinciale del Pd, per commentare la scelta del sindaco Alan Fabbri e della Barley Arts di confermare lo spettacolo di Bruce Springsteen, nonostante l’alluvione che sta seminando morte e distruzione nella vicina Romagna.
“Non ho speso una parola prima dell’evento, non sono entrato nella diatriba sulla location, sui costi, sulla praticabilità dell’evento, ma ora – esordisce Minarelli – non posso tacere di fronte a ciò che è capitato. Una larga parte di questa Regione è in ginocchio, spezzata da una tragedia senza precedenti, impegnata a sopravvivere e resistere attraverso il prezioso aiuto di volontari, protezione civile, forze dell’ordine, amministratori che stanno lavorando per mettere in sicurezza i cittadini. È ancora in corso una lotta contro il tempo per salvare vite umane. Ci sono strade interrotte, linee ferroviarie sospese, allerte che ancora persistono e che chiedono a tutti la massima collaborazione, in primis quella di essere di supporto anche solo evitando qualsiasi spostamento per favorire i soccorsi. Ebbene di fronte a questo, a 14 morti, diversi dispersi e decine di migliaia di sfollati, la nostra città ha deciso comunque di favorire lo spostamento di oltre 50.000 persone e di impegnare uomini e mezzi per un concerto. Un’evento sicuramente unico e irrepetibile, ma pur sempre un concerto”.
L’esponente dem prosegue: “Fino all’ultimo abbiamo sperato che un po’ di etica e di buon senso portasse a non intestardirsi nella realizzazione dell’evento. Purtroppo ha prevalso la logica del Dio denaro. Dico questo perché nemmeno di fronte alla decisione di confermare il concerto, a mio avviso davvero difficilmente giustificabile se non per ragioni meramente economiche, non ci si è nemmeno premurati di rimborsare il biglietto alle persone provenienti dalle aree alluvionate. Come se il fatto di trovarsi con due metri di fango in casa fosse una scelta personale, e non legata ad una delle catastrofi più tragiche che questi territori abbiano visto”.
In realtà, però, per coloro che non sono potuti venire, Claudio Trotta, fondatore della Barley Arts, ha spiegato che l’organizzazione “valuterà caso per caso” ogni richiesta pervenuta. “Valuteremo le veridicità e nel caso offriremo loro di partecipare a Monza o a Roma, un voucher per una data futura o in alternativa il rimborso del biglietto”.
Il segretario provinciale attacca anche il Boss: “Il silenzio di Springsteen sul palco di ieri, la scaletta ridotta rispetto altri concerti: per l’umanità che l’artista ha sempre dimostrato, è una nota stonata che forse fa trapelare l’imbarazzo. Non è nemmeno stata prevista la destinazione di parte dell’incasso del concerto al sostegno degli alluvionati, e questo davvero mi provoca sconcerto e disgusto. Uno schiaffo agli emiliano- romagnoli, tra cui anche tanti fan di Springsteen, trattati a pesci in faccia dall’organizzazione e dai ferraresi e dalla nostra città: quella stessa città che, 11 anni fa, martoriata dal terremoto, ricevette solidarietà e sostegno”.
“Ho commesso un errore però, madornale, quello di usare il noi e la nostra città. No, le responsabilità – aggiunge successivamente Minarelli – sono solo di alcuni, di chi doveva agire con moralità e invece si é girato dall’altra parte pensando che una donazione da 10 mila euro al comune di Faenza potesse mettere a posto la coscienza. Ferrara non è questa. Ferrara è quella città che nel 2012 si è mostrata solidale con i suoi cittadini colpiti dal terremoto e ha ricevuto tanta vicinanza da tutta la Regione per il dramma che stava attraversando. Perché noi siamo emiliano-romagnoli e la nostra forza è in quel trattino, fatto di legami e fratellanza. Ancora una volta sapremo rialzarci e Ferrara, non chi l’amministra purtroppo, è in prima linea per fare tutto quello che può. Mi commuovo di fronte all’azione in prima linea dei sindaci, tra cui quello di Argenta, Andrea Baldini, alle immagini dei tantissimi volontari resisi disponibili ad andare nei territori vicini a dare una mano, pochi minuti dopo la sua chiamata. Annullare il concerto avrebbe richiesto tanto più coraggio rispetto a confermarlo, ne sono consapevole. Mi ero illuso che la giunta di Ferrara, forte anche di un consenso elettorale importante, lo fosse. Mi sono sbagliato”.
E argomenta: “Annullarlo avrebbe comunque consentito, anche volendo ragionare in termini di consenso elettorale, di poter fare guadagnare alla città una grande visibilità positiva esterna. Annullare il concerto avrebbe detto al mondo intero che questa città c’è sempre nel momento del bisogno. Sul peso degli eventuali sacrifici economici conseguenti avrebbe trovato un intero Consiglio Comunale dalla sua parte. Questa sì che sarebbe stata l’immagine più bella che Ferrara avrebbe potuto dare dentro e fuori le sue mura. Così rimarrà solo la vergogna del “show must go on” mentre a 40 km la gente è ancora intrappolata nel fango dei fiumi”.
Minarelli conclude: “Esiste un’altra Ferrara e a nome di questa mi sento di chiedere scusa agli amici emiliano-romagnoli. Non recupereremo l’onta che rimarrà, ahimè nella storia, ma è doveroso per chi ha nella solidarietà e nell’umanità i propri valori fondanti, fare la propria parte, seppur piccola. Nel paradosso del fango di questi giorni, e di queste due foto così stridenti, noi non vediamo la Romagna da una parte, e Ferrara dall’altra. Vediamo due idee diverse della vita, d’intendere la politica e la responsabilità pubblica. E io mi sento di abbracciare, più forte che posso, la prima“.
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