Economia e Lavoro
24 Aprile 2023
Nonostante l'aumento dei prezzi di oltre un terzo l'analisi nazionale di Assoutenti piazza Ferrara come isola felice del territorio circostante: Modena, Bologna, Ravenna e Reggio Emilia nella top ten dei prezzi più cari a livello nazionale. In provincia la media è di 2,26 euro al chilo

Ferrara la 23esima città più cara per la pasta, aumenti oltre il 30%

di Redazione | 3 min

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(archivio)

Ferrara si piazza al 23esimo posto in Italia per costo della pasta, facendo riportare un aumento rispetto ai prezzi di marzo dello scorso anno del 32,2%. Un chilo di pasta costa infatti in media 2 euro e 26 centesimi rispetto all’euro e 71 di marzo 2022.

È quanto emerge da un’analisi dei prezzi su tutta la penisola di Assoutenti, che ha coinvolto successivamente anche il garante per la sorveglianza dei prezzi perché faccia chiarezza sull’andamento dei listini di quello che è un prodotto quasi obbligatorio nella cucina italiana.

Nonostante l’alto piazzamento, tuttavia, Ferrara è quasi un isola felice rispetto al territorio circostante: a Modena, che fa segnare una media 2,41 euro al chilo, va il secondo piazzamento nazionale; a Bologna il quarto con un prezzo medio di due euro e 39. E sia Ravenna (ottava posizione) che Reggio Emilia (decima) rientrano nella top-ten delle province dove la pasta è più cara a livello nazionale.

Il record del caro-pasta spetta ad Ancona, dove il prezzo medio si è attestato a 2,44 euro al kg – analizza Assoutenti – In seconda posizione troviamo Modena (2,41 euro/kg) seguita da Cagliari (2,40 euro/kg), Bologna (2,39 euro/kg) e Genova (2,38 euro al kg). La città più economica è Cosenza, dove un chilo di pasta costa in media 1,48 euro, seguita da Palermo e Siracusa (1,50 euro al kg).

“Solo 12 province italiane registrano oggi listini medi della pasta inferiori ai 2 euro al kg, e tra la città più costosa e quella meno cara (Ancona e Cosenza) la differenza di prezzo è del 64,8%, pari a quasi 1 euro in più al chilogrammo – denuncia Assoutenti – Se si confrontano i prezzi attuali con quelli in vigore a marzo 2022, si scopre che i rincari più pesanti si registrano in diverse province della Toscana: il record spetta a Siena, dove un chilo di pasta sale da una media di 1,37 euro/al kg dello scorso anno ai 2,17 euro di oggi, con un aumento del 58,4%. Incrementi superiori al 50% anche a Firenze (52,8%) e Pistoia (51,8%). Ad Alessandria le variazioni annue più contenute (+4,6%), mentre a Sassari e Napoli i prezzi salgono ‘appena’ del 9,9% in un anno”.

Il prezzo medio della pasta in Italia è attualmente pari a circa 2,13 euro al kg, con un aumento medio del +25,3% rispetto allo scorso anno (quando i listini erano pari in media a 1,70 euro/kg).

“La pasta è uno dei beni più amati dagli italiani, con un consumo pari a circa 23 kg proc apite in un anno, ed è evidente che listini così elevati incidono sulle tasche dei consumatori”, spiega il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi che prosegue: “Se lo scorso anno l’inizio del conflitto in Ucraina aveva provocato una tsunami sui mercati delle materie prime come grano, frumento, mais, ecc., oggi la situazione appare diversa, con le quotazioni che, secondo Coldiretti, sono calate del 30% rispetto allo stesso periodo del 2022. Va poi considerato che i prezzi del grano sono omogenei su tutto il territorio nazionale e si attestano attorno ai 38 centesimi di euro al chilo: non si capisce quindi la ragione di differenze dei listini al dettaglio della pasta così elevate tra le varie province. Per tale ragione abbiamo deciso di inviare il nostro dossier a Mister Prezzi e al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, affinché accertino se sulla pasta siano in corso speculazioni o anomalie atte ad alterarne i prezzi al dettaglio” .

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