Basket
11 Aprile 2023
L'ex patron del Basket Club Ferrara molto critico verso il progetto guidato da Calderoni e Maiarelli

Nuova fondazione per il basket. Mascellani: “Io non sono stato coinvolto”

di Marco Zavagli | 4 min

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“Nessuno mi ha cercato, nessuno mi ha telefonato. Io non sono stato assolutamente coinvolto nell’iniziativa”. Roberto Mascellani, l’imprenditore che ha portato il basket ferrarese a calcare i parquet di Serie A, smentisce ogni suo coinvolgimento nel progetto portato avanti da Stefano Calderoni e Riccardo Maiarelli per rifondare lo sport della palla a spicchi estense.

Mentre a giorni è attesa la firma davanti al notaio dei 15 imprenditori della cordata, a Mascellani preme far sapere pubblicamente che, “per quello che posso io rappresentare dal punto di vista personale, imprenditoriale e sportivo nella disciplina della pallacanestro, mi sento di dover allontanare ogni dubbio su un mio presunto coinvolgimento”.

Le è dispiaciuto non sentire squillare il telefono?

“Posso dire che mi sono molto meravigliato. Il mio nome è quello di uno che ha dato tanto e ha vinto tantissimo. Sono l’unico che ha fatto un certo tipo di di politica, ho investito tantissimo sui giovani, ma questa operazione, se è vero quello che avete scritto, non la condivido. Non conosco il signor Calderoni, lui ha ritenuto di rivolgersi a Maiarelli e di non chiedermi un parere ed è giusto così, perché ognuno è libero di fare quello che crede, ma non condivido assolutamente questo modo di fare le cose”.

Si riferisce alla mancata chiamata o al tipo di progetto?

Entrambi. Il primo motivo di perplessità deriva dal fatto che io e Matteo Mazzoni di Top Secret siamo gli unici che hanno dimostrato di impegnarsi in prima persona. Lui si è inventato il Club dei 50, io mi sono inventato l’idea delle fondazioni essendo inserito ancora nel mondo della pallacanestro. Mazzoni è uno dei pochi a Ferrara che ha speso davvero soldi, e tanti, in questi ultimi due anni. Io sono uno che ne ha messi tantissimi. Gli altri, compresi quelli che sono adesso sul palcoscenico, han fatto delle gran chiacchiere. Quindi il fatti che né io né Mazzoni siamo stati contattati mi lascia un po’ perplesso.

Ha detto che lei si è inventato l’idea della fondazione…

L’idea della Fondazione è stata mia. Ho portato a Riccardo Maiarelli, mio caro amico, i testi delle fondazioni di Bologna e di Cantù, dove esistono delle fondazioni a sostegno della società, che ha però una sua proprietà distinta e ben individuabile.

Accertata la paternità dell’idea, cosa ha da rimproverare al progetto?

Va benissimo se si tratta di una iniziativa di solidarietà, di natura sociale, legata alle giovanili, Va benissimo allargarla alla realtà provinciale anzichè solo a quella comunale. Quello che non condivido è che questa possa essere la strada per rimettere Ferrara in pista nello sport di vertice della pallacanestro. La pallacanestro, come il calcio, sono cose che vanno amministrate come fossero delle aziende. Ci vogliono tanti soldi per fare un progetto di serie B d’eccellenza, serve almeno un milione di budget all’anno. Per tornare in A2 ce ne vogliono anche di più. Lo sport è fatto al massimo di una, due o tre persone che si associano e sostengono la società. Questa idea che si metta insieme un gruppo di agricoltori, un gruppo di industriali, con dei riferimenti di carattere politico, nel senso di politico-associativo, e poi si fa la questua – che è quello che a mio modo di vedere si sta facendo – non può funzionare. Di fronte, invece, a un vero e proprio progetto fatto da professionisti veri, a quel punto potrebbe diventare veramente una cosa di tutti. Può funzionare sul versante della solidarietà ma non per riportare la città ai vertici dello sport nazionale in questa disciplina.

Spieghi meglio cosa intende per riferimenti politici o politico-associativi.

Non conosco Calderoni, vedo che è un ragazzo molto giovane. Mi ricorda me alla sua età quando iniziai a fare politica. Mi è simpatico, ma è certo che è un politico. Lui presiede quello che è di fatto, dopo il Comune di Ferrara, il più grande ente pubblico di spesa della provincia. Credo che la sua adesione ideale possa essere corretta, ma se si deve impegnare in prima persona gli consiglio di non farlo. Questo dal punto di vista non della compatibilità ma dell’opportunità. Se uno ha la responsabilità di gestire un ente che in questo momento ha ricevuto quasi duecento milioni di fondi da Unione Europea e ministeri sul Pnrr eccetera… io non mischierei questo incarico con lo sport e con iniziative commerciali.

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