Politica
3 Aprile 2023
L'analisi del docente di Scienza Politica presso l’Università di Perugia ospite a Ferrara della rassegna ideata dal professor Pugiotto: "Gli eredi del fascismo? Il loro ingresso in parlamento ha disinnescato la minaccia inserendoli nel contesto della solidissima democrazia italiana"

Alessandro Campi: “Il fascismo va consegnato alla storia, per sottrarlo a strumentalizzazioni”

di Redazione | 3 min

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Si chiude la rassegna Fascismo tra storia e memoria tra passato e presente organizzata e ideata dal professor Andrea Pugiotto con la collaborazione della Libreria Libraccio di Ferrara. Ospite di questo ultimo incontro Alessandro Campi, docente di Scienza Politica presso l’Università di Perugia, che presenta il libro scritto a quattro mani con Sergio Rizzo L’ombra lunga del fascismo.

C’è una domanda che risuona durante tutto l’incontro e che si trova anche nella quarta di copertina del libro: “Non è giunto forse il momento di consegnare il fascismo alla storia?”. E la risposta, secondo Alessandro Campi, è senza ombra di dubbio affermativa. “Un paese maturo deve intestarsi quel passato”, deve affrontarlo, evitando di “affidare la memoria pubblica a maggioranze locali” che la strumentalizzano. La critica di Campi non si limita alle maggioranze di destra che esaltano alcuni personaggio del ventennio ma anche a quelle di sinistra che tendono alla rimozione evitando di affrontare un tema che va consegnato alla storia. “La storia – dice Campi – se conosciuta e non utilizzata per scopi politici è sufficiente per neutralizzare il fascismo”.

Dopotutto, fa notare Pugiotto “tra i lasciti più ingombranti troviamo quelli architettonici” e Ferrara, come altre città, ne è piena. Basti pensare al Palazzo dell’Aeronautica ma anche ad alcune parti del quartiere Giardino senza dimenticare, in provincia, Tresigallo. Campi ricorda che “Alessandra Mussolini, con un’iperbole, disse: ‘Se volete cancellare mio nonno dovete radere al suolo l’Italia’”. Non sarebbe evidentemente possibile eliminare tutto questo enorme lascito, ciò che suggerisce Campi è di inserirlo nella storia, contestualizzarlo. Alcuni esempi che fa riguardano il busto di Italo Balbo nel Palazzo dell’Aeronautica a Roma o l’enorme tela dedicata a Mussolini e ai Gerarchi nel Salone d’Onore del Coni. “Ammesso che non si possono eliminare – dice Campi – almeno andrebbero spiegati”. In nessuno dei due casi citati vi è una targa che li contestualizzi, anzi, Italo Balbo è ricordato come Quadrumviro e Governatore della Libia”. Ecco che secondo il docente dell’Università di Perugia il problema, ancora una volta, non è quello di eliminare questi elementi del passato ma contestualizzarli nella storia.

Nell’ultima parte del dibattito c’è spazio anche per i partiti che hanno raccolto l’eredità del Partito Nazionale Fascista, dall’Msi a Fratelli d’Italia passando per Alleanza Nazionale. Anche in questo caso Campi non si dimostra preoccupato. “Certo – dice – che ci sono i fascisti in Italia, il concetto è capire se sono pericolosi” e, aggiunge, “se tutto ciò si cristallizzi in una rilevanza politica. Secondo me no”. Anzi, in qualche modo, l’inserimento degli eredi del fascismo nella vita politica del Paese, il loro ingresso in parlamento ha disinnescato la minaccia inserendoli nel contesto della “solidissima democrazia italiana” per cui “non penso ci sia questo tipo di minaccia alle porte”.

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