Politica
28 Marzo 2023
Uno dei protagonisti delle intercettazioni interviene con una lettera per assicurare la propria estraneità e immagina scopi politici dietro l’inchiesta

Chat neofasciste. Alberto Ferretti: “Sono stato associato a commenti scritti da altri”

di Redazione | 4 min

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“Confesso che sono rimasto allibito quando mi hanno mandato l’articolo di un quotidiano locale online che mi citava con nome e cognome, associandomi a teoremi e congetture che farebbero impallidire anche Isaac Asimov”. A parlare, anzi a scrivere, è Alberto Ferretti, che sul proprio profilo Facebook pubblica una lettera per dichiararsi totalmente estraneo a quanto pubblicato da Estense.com sul gruppo neofascista che sosteneva il vicesindaco Nicola Naomo Lodi.

Ferretti parte da quella che definisce una “inchiesta-farsa sui Pinguini Estensi, iniziata con le medesime accuse di razzismo, fascismo, addirittura associazione a delinquere e chi più ne ha più ne metta, probabilmente ancor peggio di oggi. Ebbene quelle accuse inaudite finirono praticamente nel nulla, non essendo emerso alcun riscontro nelle lunghe e reiterate indagini sia da parte della polizia che della Procura, tanto che dopo circa tre anni e ben tre richieste di archiviazione, sono state derubricate”.

In realtà il gip ha disposto l’imputazione coatta per lui e altri amministratori per diffamazione aggravata e a giugno si terrà l’udienza preliminare.

All’epoca “dell’aggressione giornalistica ai Pinguini – riprende Ferretti – ritenni di restarmene zitto e buono, senza rispondere a quelle accuse infondate, ingoiando qualsiasi tipo di offesa e minaccia, pompata ad arte per mezzo dei social e di sostenitori faziosi di quel quotidiano (andate a leggere certi commenti… naturalmente mai cancellati, c’è da impallidire), pensando che la sede giusta dove rispondere non fosse quel processo-farsa svolto sui mass media, ma davanti a un tribunale dove poter dimostrare la mia totale innocenza rispetto quei fatti”.

Adesso però “hanno oltrepassato ogni limite, anche quello della legge, pubblicando dati, come loro stessi ammettono, provenienti da una indagine che nulla ha a che fare con le accuse che muovono oggi”. Ferretti assicura di non aver mai pensato o condiviso i contenuti delle conversazioni che lo chiamano in causa: “sono stato accusato per cose inerenti, ad esempio, il razzismo, che non solo non ho mai scritto né pronunciato, ma che nemmeno penso e neppure condivido. Eppure, quel giornale con un lavoro di estrapolazione e copia/incolla da chissà quante chat private, facebook, telegram, messenger, whatsapp, ha associato la mia persona ad alcuni commenti scritti da altri come se fossero detti o condivisi da me. Pazzesco”.

Uno scambio di persona artatamente creato da estense.com insomma secondo Ferretti, che ritiene “un’altra scempiaggine [quella] scritta da quel giornale sul fascista al 200%”.

Ferretti anticipa che “denuncerò tutti coloro i quali hanno scritto simili falsità e/o sostengano tali accuse nei miei confronti, o che in qualsiasi modo commentino i fatti come se io fossi implicato in qualsiasi trama o gruppo o pseudo-tale o potessi addirittura aver commesso qualsiasi reato”.

In una seconda parte Ferretti rivendica la propria vita pubblica fatta “mai in organizzazioni o gruppi pseudo estremisti”, ma “sempre mettendoci la faccia, alla luce del sole, partecipando nelle istituzioni alla vita democratica della mia città e della nazione, candidandomi alle elezioni come consigliere comunale, come sindaco e anche, per due volte, al Senato della Repubblica”.

Anche Ferretti sostiene che dietro l’inchiesta in realtà ci siano motivi politici, con Estense.com manovrato da un ipotetico burattinaio di centrosinistra: “è iniziata la campagna elettorale per le amministrative della sinistra ferrarese! Una campagna elettorale che quindi inizia nel peggiore dei modi possibili, perché se pensano di poter vincere le prossime elezioni amministrative con sistemi che farebbero impallidire la Stasi e il Kgb staliniani voglio proprio vedere dove questo li porterà”.

Ferretti annuncia inoltre che si recherò presso la Questura per fare denuncia e per sapere se esistono “gruppi neofascisti che vogliono conquistare la città dei quali addirittura io farei parte, perché questo proprio non lo sapevo, ma questo sta scrivendo quel giornale, e la polizia credo ne sappia qualcosa più di loro, visto che è sua la prerogativa fare quel tipo di indagini”.

Polizia che peraltro, aggiunge, “mi conosce assai bene, sia per averne fatto parte per oltre sei anni, ma anche per aver organizzato in tanti anni di attività pubblica: manifestazioni, eventi, raccolte firme, sia come esponente politico che in ambito culturale e di promozione sociale e anche con le associazioni di cittadini e residenti”.

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