Copparo
26 Marzo 2023
Nel giorno dell'inaugurazione della mostra altre polemiche sull'esposizione dei cimeli di Italo Balbo. Il senatore di Fratelli d'Italia parla di "cancel culture" e "fascismo che non c'è". Zona Franca chiede il ritiro del patrocinio comunale per l'organizzazione delle celebrazioni del 25 aprile agli Archeologi dell'Aria

Non si fermano le polemiche sui cimeli di Balbo. Balboni (FdI): “No alla cancel culture nella storia”, Zona Franca: “Via il patrocinio”

di Redazione | 4 min

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Copparo. Non si ferma l’ondata di polemiche sulla mostra dei cimeli di Italo Balbo al museo la Tratta di Copparo all’interno di un’esposizione organizzata dal gruppo Archeologi dell’Aria in occasione del centenario dell’Aeronautica Militare.

Il primo a prendere posizione, solo in ordine cronologico, e unico contraltare alla pioggia di critiche arrivate all’associazione (e alle modalità dell’annuncio su Facebook dell’esposizione dei cimeli) è il senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni. “Il fascismo (che non c’è) per la sinistra è ormai una vera e propria ossessione. Al punto di vedere il pericolo di un suo ritorno persino in un casco coloniale appartenuto a Italo Balbo e messo in mostra nell’ambito di una bella iniziativa culturale organizzata a Copparo per celebrare la storia dell’arma aeronautica, di cui Balbo – piaccia o meno – fu il fondatore”, è il suo affondo.

“Forse gli scandalizzati antifascisti in servizio permanente effettivo di oggi, a 78 anni dalla fine del fascismo, hanno dimenticato che nel Palazzo dell’Aeronautica di Roma è esposto dal 1996 un busto in memoria di Italo Balbo, che venne inaugurato durante il governo Prodi dal sottosegretario Brutti (PDS),  senza che allora nessuno sollevasse alcuno scandalo o che ci vedesse un pericolo per la democrazia”, continua l’esponente di Fratelli d’Italia che poi “invita ad essere seri”. “Lasciamo che la storia sia raccontata per intero senza fanatismi da cancel culture. Gli italiani sono molto più maturi e intelligenti di quanto credono il PD e l’Anpi e sanno distinguere molto bene le responsabilità di Balbo quadrumviro dai suoi meriti come maresciallo dell’aria”.

Non manca una nota di graffio sull’omicidio di don Minzoni: “Un ultimo consiglio: evitate di scrivere che Balbo fu responsabile dell’omicidio di Don Minzoni. Sentenze della Repubblica sanciscono il contrario,  tanto è vero che la famiglia Balbo ha sempre vinto le cause promosse contro gli autori di questa fake news”, conclude il senatore.

Di tutt’altro avviso invece è Zona Franca, associazione copparese dedita all’approfondimento di tematiche locali, che invece riconosce le posizioni di Pd e Anpi e anzi si spinge a chiedere al Comune di non concedere all’associazione di storia aeronautica il patrocinio per le celebrazioni del 25 aprile al museo.

Dopo aver stigmatizzato l'”emozione” degli Archeologi dell’Aria per poter esibire i cimeli di Balbo (stato d’animo aggiunto a uno stato sulla pagina Facebook dell’associazione durante l’annuncio dell’accordo per la mostra dei cimeli stessi, ndr), Zona Franca dice polemicamente di “voler capire esattamente che tipo di emozione pervade l’animo dei componenti dell’associazione, al cospetto di tali feticci. La faccina sorridente e con le stelline al posto degli occhi affiancata all’aggettivo ‘emozionata”’non lascia molto spazio alle interpretazioni: il casco coloniale di Balbo è, evidentemente, una gioia per gli occhi degli AdA, un elemento di grande orgoglio espositivo”.

“Come fosse la chitarra di Jimi Hendrix o il corpetto di Madonna: pensano al casco coloniale di Italo Balbo e si emozionano, immaginando le esibizioni acrobatiche del gerarca fascista.  Lo stesso Italo Balbo che, negli anni ’20 del 1900, proprio nelle nostre zone, inaugurava la stagione più feroce dello squadrismo fascista, assaltando leghe bracciantili, camere del lavoro, case del popolo, somministrando pene corporali a suon di manganellate a braccianti e a militanti socialisti e comunisti. Fino a commissionare l’omicidio di partigiani come don Giovanni Minzoni e Natale Gaiba”, attacca anora Zona Franca, invitando poi “caldamente” i volontari degli Archeologi dell’Aria “a guardare quei cimeli e a provare ad immaginare, sotto il caschetto coloniale, la persona che, armata di manganello e olio di ricino, ha provocato dolore e morte, contribuendo in maniera decisiva all’affermazione del fascismo in Italia, attraverso soprusi e sopraffazioni e a non scinderla dalla persona che loro intendono celebrare. Perchè non si può mai celebrare un assassino. A maggior ragione se si tratta di un gerarca fascista. E non lo si può fare in un museo che è luogo di formazione e crescita e che è stato per anni la sede della festa per il 25 Aprile, la festa per la liberazione dal nazifascismo”.

“Come Zona Franca”, conclude l’associazione, “appoggiamo l’ANPI nella scelta di ritirare il sostegno all’Associazione AdA per l’organizzazione della festa del 25 Aprile e chiediamo con forza al Comune di non concedere all’associazione il patrocinio”.

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