La famiglia di Sant’Egidio spegne 55 candeline. Fra risultati ottenuti e profonde riflessioni si progetta per il futuro
La comunità di Sant’Egidio e il professor Andrea Riccardi
Sant’Egidio è una comunità cristiana fondata a Roma nel 1968 da un gruppo di studenti universitari, tra cui il fondatore Andrea Riccardi. Il suo obiettivo è quello di promuovere la pace, la giustizia e la solidarietà a livello internazionale, attraverso progetti di cooperazione e di solidarietà umana, soprattutto a favore dei più poveri e dei più deboli. Sant’Egidio è diffusa in 70 paesi del mondo: è una comunità che presta particolare attenzione alle periferie, alle donne, famiglie e bambini in difficoltà. La Comunità è attiva nella lotta contro la povertà e l’emarginazione, attraverso progetti di assistenza ai senzatetto e ai migranti e nella promozione dell’educazione e della cultura di bambini e adulti.
Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, è una figura di spicco nella società italiana e internazionale. Nato a Roma nel 1950, ha dedicato la sua vita alla promozione della pace e della giustizia attraverso l’impegno sociale e politico. Sant’Egidio, sotto la guida di Andrea Riccardi, ha raggiunto molteplici successi nel corso degli anni. Tra i progetti più significativi vi sono la pace in Mozambico, la lotta contro l’AIDS in Africa e la promozione dei diritti umani in tutto il mondo.
Festeggiamenti 2023 per la ricorrenza della nascita di Sant’Egidio
Quest’anno nella basilica ci sono tutti i rappresentanti della famiglia della Comunità. La liturgia è stata presieduta dal card. Matteo Maria Zuppi presidente della Conferenza episcopale italiana, che ha invitato i presenti a non perdere la speranza di un mondo migliore, senza guerra e violenza. «Proprio questa consapevolezza può e deve trasformare arrendevolezze, scoraggiamenti in sforzi intelligenti e pazienti, per iniziare già oggi il cessate il fuoco, disarmando le mani e le menti e riempiendole di sentimenti e legami d’amore. La guerra distrugge i sogni, li spegne. La Comunità di Sant’Egidio li riaccende, li difende. Siamo un popolo di operai di pace, perché avviciniamo i cuori, combattiamo le barriere, abbattiamo muri.» Insieme a Zuppi, hanno celebrato la ricorrenza altri cardinali e vescovi provenienti da varie parti del mondo. Presenti, inoltre, membri del corpo diplomatico, il ministro degli esteri Antonio Tajani e quello degli interni Matteo Piantedosi.
«La Comunità», ha aggiunto il presidente della Cei, «si è sempre fatta vicina alle ferite che segnano le persone, i poveri.» Ha ricordato, inoltre, le prime attività della Comunità e quanto fino ad oggi fatto per le famiglie e persone in maggiore difficoltà. Un pensiero profondo anche per la guerra in Ucraina così come per il recente dramma del sisma in Siria e Turchia esprimendo a questi popoli solidarietà e sostegno. Intervenuto, a proposito, anche il presidente della Comunità, Marco Impagliazzo: «L’apertura universale ci ha messo in contatto con tante situazioni di dolore e di povertà: oggi sono lieto di salutare tra noi alcuni dei nostri fratelli e sorelle che ci hanno raggiunto dall’Ucraina, e li ringrazio per la loro resistenza e l’impagabile lavoro umanitario che stanno svolgendo in tante città ucraine da ormai un anno.» Ha poi concluso ricordando le collaborazioni con ASL e regioni nella lotta alla pandemia e l’esempio italiano dato dai corridoi umanitari realizzati con i ministeri degli Esteri e dell’Interno.
La bellezza di questa celebrazione, che raduna tante comunità sparse nel mondo, sta nell’unione di differenti popoli e culture che perseguono gli stessi obiettivi di pace e amore, aiutando i più deboli, sfamando gli anziani e i bambini, dando rifugio a famiglie in difficoltà.