Goro
14 Marzo 2023
Ascoltati i giornalisti Antonino Monteleone e Riccardo Spagnoli, autori dell'intervista a Enea Turolla che, riferendosi a Vladimiro Turola, disse: "La droga a Goro l'ha portata lui"

Diffamazione nel caso Willy Branchi. Sentite in aula Le Iene

di Davide Soattin | 3 min

Leggi anche

Sfugge all’alt dei carabinieri e semina il panico. Aveva la cocaina in auto

Prima ha provato a fuggire dai carabinieri in auto poi, dopo essere uscito di strada, a piedi. È quanto accaduto nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì 17 aprile, quando una pattuglia dei militari di Goro ha notato una Volkswagen Golf guidata da un uomo che stava girando ad alta velocità per le vie del paese

Goro. Nuova udienza in tribunale a Ferrara per il processo a carico di Enea Turolla, il pescatore di Goro, imputato per diffamazione nei confronti di Vladimiro Turola, dopo un’intervista rilasciata a Le Iene nel luglio 2018 sull’omicidio Branchi.

La pista su cui stavano indagando Le Iene, a quel tempo, era quella della droga, seguendo una tesi per cui la morte di Willy sarebbe stata legata al fatto che fosse il galoppino di un grosso spacciatore della zona.

In quel contesto, durante la chiacchierata con il programma di Italia 1, Turolla pronunciò una frase riferendosi a Turola – “la droga a Goro l’ha portata lui” – che il diretto interessato – assistito dall’avvocato Laura Biolcati – ritenne essere diffamante, dopo averla sentita nella puntata del 5 marzo 2019.

Da lì nacque il procedimento giudiziario a carico del pescatore di Goro, difeso dall’avvocato Pasquale Longobucco, per cui ieri (13 marzo), davanti al giudice di pace del tribunale di Ferrara, sono stati sentiti Antonino Monteleone e Riccardo Spagnoli, i due giornalisti del programma Mediaset.

Era uscita la pista della droga – racconta Spagnoli davanti al giudice – secondo cui Willy sembrava potesse essere usato come cavallino per spacciare. Enea ci disse che chi poteva sapere qualcosa a riguardo era Miro (Vladimiro Turola, ndr) ed era assolutamente consapevole che fossimo giornalisti. Antonino (Monteleone, ndr) era in divisa, lo abbiamo incontrato davanti al negozio del sarto e gli abbiamo detto che stavamo facendo un’inchiesta sul caso Willy Branchi“.

Nonostante ciò, aggiunge Spagnoli, i “dispositivi come il microfono, il registratore e la telecamera non erano in vista, ma erano occultati“, che poi conferma quanto aveva già detto ai carabinieri di Milano, vale a dire che l’imputatonon era stato informato che in quella circostanza stavamo registrando e nemmeno che sarebbe andato in televisione”. “Ci siamo identificati con Turolla e abbiamo iniziato a parlare – conclude – ma la liberatoria scritta non c’era e non mi ricordo nemmeno se gli abbiamo chiesto un consenso“.

Una versione, confermata anche da Monteleone: “Ci siamo qualificati come giornalisti de Le Iene e gli avevamo fatto sapere che ci stavamo occupando dell’inchiesta sulla morte di Willy. Lo abbiamo intervistato subito sul posto ed eravamo solo noi tre. Non ha avuto esitazioni a farlo, ma preferì farsi intervistare fuori casa per non avere conseguenze a livello familiare“.

“Turolla – aggiunge – non sapeva che avevamo attivato dei dispositivi di registrazione occulta, ma ricordo che ci disse che preferiva parlare in quel momento per strada e non davanti a una telecamera, che però non si vedeva. Ci fece diversi nomi tra cui quello di Vladimiro Turola, noi gli chiedemmo cosa si ricordava e ci parlò del contesto criminale che faceva da sfondo alla vicenda Branchi, individuando una rivalità tra due figure, quella di Forzati e quella di Vladimiro nell’ambito dello spaccio di sostanze stupefacenti”

Monteleone conclude: “Su Vladimiro ci disse che la droga a Goro arrivava da lui e ci disse di stare attenti perché era pericoloso. Quel giorno indossavo la divisa delle Iene senza giacca, perché faceva caldissimo. E mi ricordo di non avergli fatto firmare alcun consenso e nemmeno una liberatoria, in quanto io non sono obbligato a farlo come giornalista libero professionista”.

Al termine delle due testimonianze, il giudice ha rinviato al 22 maggio per l’eventuale esame dell’imputato e la discussione.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com