Attualità
8 Febbraio 2023
A spiegarlo è Christof Erckert, ceo della ditta progettatrice Alvus di Bolzano, che conferma la costruzione dell'impianto al 100% della sua capacità

Biogas Villanova. La riduzione al 50% promessa da ‘Naomo’ era solo per la fase di avviamento

di Davide Soattin | 4 min

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Striscioni contro la centrale (foto Giori)

Arrivano conferme anche dalla Alvus Srl, ditta di Bolzano realizzatrice del progetto: la centrale biometano di Villanova si farà al 100% e non al 50% come aveva detto il vicesindaco Nicola Lodi nel Consiglio comunale dello scorso 6 ottobre, parlando di una scelta “responsabile” effettuata dal Comune di Ferrara per evitare la costruzione dell’impianto nella sua totalità.

In quella circostanza, il braccio destro del sindaco Alan Fabbri aveva informato l’assise della disponibilità dell’azienda “a un confronto e ad arrivare a un accordo, che è quello di ridurre al 50% l’impianto con un articolo 11″, lasciando intendere la costruzione di una centrale ‘dimezzata‘ anche grazie all’opera di mediazione dell’amministrazione.

Oggi però la realtà dei fatti non coincide con quanto affermato da ‘Naomo’.

A dirlo è il ceo della stessa ditta Christof Erckert che, contattato da Estense.com, ha specificato che – di comune accordo con il Comune – la percentuale del 50% è da considerarsi relativa, non alla portata della centrale una volta andata a regime, ma alla quantità di lavoro che sarà effettuata nel periodo di tempo necessario per poter completare la fase di avviamento che “è sempre la più critica“.

“In questa fase – spiega il ceo – abbiamo avuto dei problemi in passato, soprattutto all’impianto di Masi Torello che, in fase di avviamento, per il personale non ancora ben formato e la biologia non stabilizzata, ha avuto alcuni intoppi a livello biologico da cui sono poi scaturite alcune difficoltà. Per questo motivo, abbiamo scelto di lavorare inizialmente al 50% per avviare l’impianto e non creare fastidi evitabili”.

Ma una volta arrivata al massimo della propria operatività, la centrale lavorerà al 100% come si evince anche dallok rilasciato da Arpae lo scorso 10 novembre, dal momento che – trattandosi di un iter talmente complesso e complicato” – una volta autorizzato il progetto, questodeve essere fatto esattamente come viene autorizzato“.

“Di sicuro lavoreremo in modo tale che nessuno dovrà preoccuparsi” promette Erckert, perché “qui c’è un investitore che ascolta i residenti, che prende seriamente le loro paure e che farà di tutto per mitigarle” rassicura, dopo l’articolo di Estense.com in cui i cittadini della frazione alle porte di Ferrara hanno espresso tutte le loro paure e perplessità sulla centrale.

A tal proposito, il numero uno dell’azienda altoatesina spiega che l’obiettivo principale è quello di operare nel segno della sostenibilità a diversi livelli, soprattutto per cercare di ridurre l’impatto acustico, olfattivo e sulla viabilità della centrale, tramite un investimento “di oltre 2 milioni di euro per le opere di compensazione, che si potranno ottimizzare, ma solamente se ci sarà lo spirito costruttivo da parte di tutti, con la consapevolezza che il progetto sarà realizzato a regola d’arte”.

“Io – aggiunge – non ignoro le preoccupazioni dei residenti. Anzi, dire che così è una bugia. Li ho incontrati in alcuni appuntamenti pubblici e sono stato per ore nelle loro case, anche di quelli che oggi si mettono in prima linea contro di noi. Quando vogliono hanno tutti il mio numero di cellulare e possono contattarmi. Sono anche disponibile a fare di tutto e di più per mitigare ulteriormente gli effetti negativi che potrebbero esserci e per rendere il progetto sostenibile e non fastidioso, ma bisogna sedersi a un tavolo e parlarne. Non è facendo le lenzuola contro il biogas che si risolvono le questioni“.

Erckert prosegue, spiegando il perché della scelta di quell’area verde e incontaminata, che tanto sta facendo discutere a Villanova: “È l’effetto nimby (not in my back yard, “non nel mio cortile” tradotto in italiano). In tutta Italia, da Lampedusa al Brennero, ci fanno i complimenti per quello che realizziamo, poi però ci dicono «sì, ma fallo dall’altra parte». Abbiamo deciso quel sito lì perché da una serie di valutazioni risultava essere ideale sia per motivi agronomici che per la viabilità, ma soprattutto perché davanti c’è il metanodotto“.

E proprio sulla viabilità, che verrà – da quanto promesso nel progetto – alleggerita con due rotatorie funzionali all’immissione sulla via Pomposa, il ceo della Alvus tranquillizza: “Il traffico aggiuntivo che si creerà, che sarà sotto il 10%, non arriverà in città, ma al massimo fino alla tangenziale est di Ferrara. Stiamo parlando di un’attività produttiva che tra una cosa e l’altra creerà cinquanta posti di lavoro, ed è impensabile avere zero traffico. Ma grazie alle due nuove rotonde si fronteggerà il problema, anche in termini di sicurezza. Qui la popolazione per decenni ha chiesto di avere una rotonda sulla via Pomposa e adesso sento addirittura qualcuno che dice che non serve”.

“I problemi della creazione di rumore e odore li risolveremo al 100% con misure tecniche” ribadisce Erckert, mentre il traffico “non lo si può eliminare ma, dove possibile, oltre alle nuove rotatorie, utilizzeremo mezzi a metano che faranno metà del rumore e provocheranno zero emissioni” aggiunge, prima di ribadire nuovamente che “tutto quello che era possibile per mitigare eventuali effetti negativi non graditi è stato fatto”.

Al momento non c’è ancora una data precisa di inizio lavori, anche se – stando a quanto dichiarato – è altamente ipotizzabile che il via al cantiere possa arrivare verso autunno 2023, per poi procedere con la costruzione vera e propria dell’impianto, prevista per la primavera del 2024 dopo la pausa invernale.

 

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