La procura di Ferrara ha archiviato la querela intentata da Rossella Arquà nei confronti del presidente del consiglio comunale Lorenzo Poltronieri.
La denuncia trovava spunto nelle note vicende politiche successive alle dimissioni della consigliera della Lega, fatte firmare per strada e successivamente invalidate dalla sentenza del Consiglio di Stato.
Alla luce della singolare modalità di ricezione delle dimissioni, il segretario comunale Ornella Cavallari avvia una istruttoria interna per capire come si fossero svolti i fatti, invitando Poltronieri a fornire spiegazioni.
Il presidente del consiglio invia una nota il 24 giugno in cui afferma genericamente che la diffida della Arquà conteneva “affermazioni false ed infamanti circa la condotta del sottoscritto, che si è limitato a raccogliere dette dimissioni presentate personalmente dall’interessata ed a protocollarle immediatamente”.
Ma all’esito dell’istruttoria la Cavallari, “pur non condividendo le valutazioni in diritto – si legge nella querela -, dava atto che la ricostruzione dei fatti contenuti nella diffida fosse corretta, con particolare riferimento alla singolare acquisizione delle dimissioni, fuori della casa comunale, da parte del presidente del consiglio”, che “dunque veniva clamorosamente smentito”.
Poltronieri di conseguenza, secondo l’Arquà, “nella sua qualità di pubblico ufficiale nell’esercizio delle funzioni, ha scritto il falso in un atto pubblico destinato ad un altro pubblico ufficiale, quale il segretario comunale, commettendo in tal modo il reato di falso ideologico”.
Poltronieri avrebbe anche accusato falsamente l’Arquà di aver riportato nella diffida “affermazioni false ed infamanti”, rendendosi quindi “responsabile di calunnia e diffamazione” ai danni della consigliera che, come rilevato dal segretario generale, “ha raccontato i fatti esattamente come sono avvenuti”.
Falso sarebbe “anche che Poltronieri sia stato contattato dall’Arquà” per rassegnare le dimissioni, mentre è vero l’opposto: “è stato il presidente del consiglio a contattarla e raggiungerla in strada con un foglio di dimissioni già predisposto”.
La pm Isabella Cavallari il reato di calunnia non è minimamente ravvisabile e cadrebbe anche l’ipotesi di falso ideologico, dal momento che la comunicazione di Poltronieri alla dirigente comunale non sarebbe qualificabile come atto di natura pubblica. Quanto detto da Poltronieri poi, avrebbe trovato conferma nelle successive indagini.
La richiesta di archiviazione è poi stata accolta dal gip Carlo Negri, che annota come anche se si dovesse aprire un processo sul caso, “non emergerebbe la prova della penale responsabilità oltre ogni ragionevole dubbio”.
Contro questo decreto l’avvocato Fabio Anselmo, legale di Arquà, ha fatto reclamo per chiederne l’annullamento.
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