Politica
31 Gennaio 2023
Critiche alle parole del sindaco di Ferrara sulle archiviazioni a Rimini da Udi, Cgil e Donne democratiche

Alpini e accuse di molestie. “Da Alan Fabbri trito maschilismo negazionista”

di Redazione | 3 min

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È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

“Rammarica leggere della lettura che il sindaco Fabbri ha dato degli avvenimenti di Rimini e delle accuse di molestie che numerose donne sollevarono in occasione dell’adunata degli Alpini dello scorso anno nella città romagnola”.

A rispondere alle parole di Alan Fabbri sono Udi e Cgil che, in documento congiunto, replicano a distanza a quello che il primo cittadino di Ferrara ha definito “vergognose, generalizzate e infondate accuse mosse, dopo l’adunata di Rimini, da chi ha cercato di infangare il buon nome, l’impegno straordinario a servizio del territorio, la storia del corpo”.

“Ci dispiace vedere che quell’episodio venga utilizzato come pretesto per uno scontro politico – aggiungono in un documento congiunto l’Unione donne e il sindacato di Piazza Verdi -, anziché per farne motivo per interrogarci, analizzare un problema culturale evidente e proporre soluzioni che vadano oltre la contingenza. E’ oramai noto che la violenza sulle donne, in qualunque modo si manifesti (dal catcalling alla aggressione) è un problema strutturale, che non può essere minimizzato laddove venga denunciato”.

Parlare solo di “affronto ignobile nei confronti del corpo degli Alpini” significa secondo Udi e Cgil “perdere di vista il fulcro della situazione, che è solo ed esclusivamente la banalizzazione di una pratica maschile – il catcalling – che le donne non sono più disponibili ad accettare passivamente”.

A Fabbri viene poi fatto notare che il fatto che siano state archiviate le denunce “può anche solamente significare che le querelanti non sono riuscite a portare le prove. Ma si può lasciare inascoltato un grido d’allarme proveniente da centinaia di donne? Si può realmente pensare che tutte abbiano inventato le molestie? E per cosa, poi?”:

“No, signor sindaco: il problema non è infangare o difendere il corpo degli Alpini – concludono -. Il problema è che si continua a non fare di tutto perché la nostra società esca da una cultura in cui tutte le forme di prevaricazione sessuale vengono sistematicamente liquidate come inesistenti o strumentali. Questo non è giusto e ci aspettiamo che chi riveste una posizione di potere lo riconosca”.

Per Ilaria Baraldi (Donne democratiche) il sindaco “fa bene a ricordare le molteplici occasioni nelle quali il corpo degli alpini si è adoperato per la comunità, soprattutto durante le emergenze”. Ma “non è altrettanto condivisibile il suo entusiasmo per la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura di Rimini dopo i fatti avvenuti nella città romagnola durante l’adunata degli Alpini il 7 maggio dell’anno scorso”.

Un entusiasmo “del tutto fuori luogo”, non solo perché “la richiesta di archiviazione è stata giustificata per l’impossibilità di identificare gli autori delle molestie”, ma anche “e soprattutto perché (e un sindaco dovrebbe saperlo) una molestia può esistere a prescindere dal  fatto che dia origine ad una denuncia”.

La dem ricorda al primo cittadino che “500 segnalazioni di donne per i fatti di Rimini non sono da considerare, come fa Fabbri, «accuse generalizzate e infondate, assurde prese di posizione preconcette e ideologiche da parte di taluni esponenti politici»”.

“L’unico ideologico ancora una volta è il sindaco di Ferrara – conclude -, che non perde occasione alcuna per fare propaganda, ricorrendo questa volta al più trito maschilismo negazionista”.

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