Attualità
26 Gennaio 2023
Da Alleanza Verdi Sinistra di Ferrara solidarietà a Macario e critiche alla destra che parla di violazione della privacy

Caso Ariosto. Il Pd: “Ancora una volta sono gli adulti a parlare al posto dei ragazzi”

di Redazione | 6 min

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25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

Una assemblea al liceo Ariosto (foto d’archivio)

“La scuola è per eccellenza il luogo nel quale si forma il pensiero e con esso la personalità delle giovani e dei giovani”. Interviene anche il gruppo consiliare del Partito Democratico sulla denuncia di discriminazione lamentata da Manuela Macario durante l’assemblea degli studenti del liceo Ariosto.

E lo fa in maniera equidistante, lamentando come “ancora una volta si consumi, proprio a scuola, un conflitto durante una assemblea studentesca tra differenti modalità di gestione di spazi di discussione, di apprendimento e di libertà”.

Sull’episodio, infatti, “chiunque – soprattutto chi non era presente – ha sentito la necessità di intervenire, spesso spostando a piacere (e per far quadrare i propri conti) il tema della questione”. E allora “vale la pena più che in altre occasioni ricordare che ancora una volta sono gli adulti a parlare al posto delle ragazze e dei ragazzi, non sempre con toni e modalità rispettosi di un sereno confronto”.

“È doveroso ribadire in ogni contesto il rispetto della Costituzione, di norme e leggi – prosegue il Pd – che da un lato garantiscono libertà di espressione di sé e delle proprie opinioni, proteggendola da discriminazioni anche sottili che negli anni abbiamo imparato a riconoscere; dall’altro sovrintendono la vita scolastica e l’equilibrio tra docenti e discenti, tra regole da rispettare e i diritti di studenti e studentesse”.

I dem sottolineano che “finalmente dopo anni di buio e di negazione e ostracismo delle tematiche Lgbtq+, oggi nelle scuole è possibile parlare, riconoscersi, sentirsi accolti e compresi e, conquista ancora più importante, poter rivendicare con orgoglio la propria identità”.

Un episodio non può e non deve mettere in discussione lo spazio di libertà che è stato conquistato – concludono i consiglieri – né essere usato come occasione per dire altro, per offuscare la dignità delle persone, la professionalità di chi da anni lavora nelle scuole e lo scopo per il quale questi percorsi (ieri impossibili) sono oggi utili e necessari: combattere la discriminazione e riconoscere nella scuola un presidio di legalità e sicurezza per tutte e tutti i giovani”.

Anche Udi guarda agli studenti come vere vittime di quanto successo. “I ragazzi e le ragazze – afferma -, che hanno organizzato quell’assemblea d’istituto, per affrontare un tema da loro stessi scelto, invitando tre esperti di comprovata esperienza e professionalità, non hanno fatto altro che esercitare una prerogativa prevista dalla legge ed hanno dimostrato senso di responsabilità e autodeterminazione, hanno dimostrato di essere pienamente capaci di gestire l’interlocuzione con i professionisti invitati e di saper instaurare con gli stessi una relazione dialettica paritaria. Gli studenti e le studentesse hanno dimostrato di essere soggetti del diritto allo studio e alla formazione e non, come molti vorrebbero, fruitori passivi”.

“Erano gli studenti e le studentesse – rimarca l’Udi – i veri ed unici protagonisti di quel momento e di quello spazio, e quell’autonomia tutti avrebbero dovuto rispettare, a pena di svuotare il senso dell’assemblea d’istituto”.

Dell’iniziativa della dirigente “sappiamo solo che, in assenza del compimento di azioni illecite – che solo avrebbero potuto giustificare una simile censura – ha negato, di fatto, quell’autonomia che i ragazzi e le ragazze avevano esercitato.

Quali conseguenze avrà, quel gesto, sull’autonomia degli studenti e delle studentesse? Si sentiranno ancora liberi, per il futuro, di intraprendere iniziative per la propria formazione?”.

Oppure “temeranno, forse, di organizzare eventi non graditi alla dirigenza?”. Quanto poi al “demonizzato” invito della formatrice ad alzarsi se tra di loro, tra i loro amici o parenti ci fossero persone lgbti+, al quale i ragazzi si sono tutti alzati in piedi, “ovvio che si tratta di una tecnica usuale nei momenti di formazione, volta ad avvicinare i presenti alla questione di cui si parla e far loro riflettere, semplicemente”.

Non v’è ideologia, non v’è manipolazione – conclude l’Udi -. V’è solo ed esclusivamente conoscenza di come si fa formazione. Di certo non ha a che fare minimamente con la violazione della privacy e il solo invocarla fa decisamente sorridere. A questo punto, però, cosa succederà?”.

Piena solidarietà alla dottoressa Manuela Macario presidentessa di Arcigay Ferrara” la esprime Alleanza Verdi Sinistra di Ferrara, che considera l’atteggiamento della dirigente scolastica “un’ingerenza/interferenza che travalica nella forma e nella sostanza il potere conferito”.

Avs ricorda che le assemblee studentesche costituiscono occasione di “partecipazione democratica  per l’approfondimento dei problemi della scuola o della società in funzione della formazione culturale e civile degli studenti”. Si tratta di “un diritto soggettivo degli studenti, che decidono e comunicano al dirigente i temi da trattare e li inseriscono nell’ordine del giorno. Sono sempre e solo gli studenti ad essere responsabili dell’ordinato svolgimento dell’assemblea”.

Per questo motivo “la dirigente non doveva in alcun modo intervenire o interrompere l’assemblea che fino a quel momento si stava svolgendo in modo corretto e partecipato”.

“Nella sostanza – aggiunge Avs -, la dirigente ha mancato di rispetto ad una professionista, la dott.ssa Macario che svolge da anni, nelle scuole di Ferrara, attività di formazione per il contrasto alle discriminazioni di genere. Ha mancato di rispetto anche a  tutta la comunità Lgbtqi+ di cui fanno parte anche alunni di quella scuola, i quali per l’ennesima volta hanno subito un atto discriminatorio”.

Quanto all’accusa di violazione della privacy, rivolta a Macario da alcuni esponenti della destra locale, è “assolutamente infondata. Ci si concentra su questo aspetto, assolutamente inesistente quanto le teorie di gender, per giustificare l’azione della dirigente. Nessuno è stato obbligato ad alzarsi né tantomeno è stato chiesto di rivelare il proprio orientamento sessuale. L’esperimento sociale messo in atto, utilizzato normalmente dalla dottoressa Macario nel corso dei suoi interventi nelle scuole di ogni ordine, serve per evidenziare quanto tutte le persone siano coinvolte e come le discriminazioni siano quindi un tema che tocca tutti”.

Solidarietà alla preside arriva invece dall’associazione ultracattolica Pro Vita & Famiglia Onlus, che definisce quello di Macario “un intervento assolutamente ideologico, che rischiava di calpestare la privacy e la sensibilità di decine di studenti”.

“E’ una vera forzatura per i ragazzi chiedere di sbandierare il loro orientamento sessuale – sostiene il referente del circolo territoriale dell’Emilia-Romagna Simone Ortolani -. Vorremmo poter dire che tutto ciò ci sorprende, ma purtroppo non è così”.

A Pro Vita “rammarica e spaventa che il liceo abbia autorizzato un evento così ideologicamente orientato, dove si è discusso di «identità sessuale, eteronormatività, binarismo di genere e patriarcato». Cosa si aspettava la preside? Da mesi denunciamo e lanciamo l’allarme sulla propaganda martellante e continua delle associazioni Lgbt all’interno delle scuole, con progetti gender e iniziative arcobaleno. Questi sono i risultati”.

“Il gender – termina Ortolani – deve necessariamente stare fuori dalle aule, perché altrimenti rischia, come appunto è successo, di avere ricadute su tutti gli aspetti e gli ambiti della comunità studentesca”.

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