Attualità
8 Gennaio 2023
Intervista a Tiziana Bellini, professoressa ordinaria di Biochimica, presidente del Corso di Laurea in medicina e chirurgia di Unife

Curare meglio tutte e tutti. Ferrara apripista nella medicina di genere

di Redazione | 3 min

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Tiziana Bellini

La medicina, con tutte le discipline della salute e cura, attenta alle differenze di genere, rappresenta un nuovo approccio alla salute, diagnosi, cura e all’assistenza che va implementata verso terapie sempre più personalizzate.

Ferrara vanta il primato del primo Centro Universitario di studi sulla medicina di genere.

A fare il punto e ad illustrare il tema Tiziana Bellini, professoressa ordinaria di Biochimica, presidente del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università di Ferrara, nonché cofondatrice, nel 2018, del Centro di cui ora è vicedirettrice.

 Il Centro è stato fondato il 9 gennaio 2018: una data non casuale, visto che due giorni dopo, l’11 gennaio 2018, è stata approvata la Legge 3 che, all’articolo 3, prevede l’introduzione della medicina di genere. Un passo in avanti e un passo davanti a tutti.

Sicuramente, l’approvazione dell’articolo 3 della legge 3, 2018 (Applicazione e diffusione della medicina di genere nel Servizio sanitario nazionale) è stato un grande risultato, del quale dobbiamo ringraziare la parlamentare ferrarese Paola Boldrini. La legge configura l’Italia come unico paese che ha provveduto a normare questa attenzione all’interno delle professioni della salute e della cura, ma è un punto di partenza non certo un traguardo. La legge infatti va concretizzata attraverso la creazione di una cultura della applicazione, dell’attenzione alle differenze di genere sia nella ricerca, nella formazione che nella pratica clinica.

Infatti, per garantirne la diffusione nei Servizi Sanitari, occorrono nuova formazione e aggiornamento che partono inevitabilmente dalla formazione Universitaria, ma direi anche a livello di comunità e il Centro infatti ha curato finora diverse iniziative di public engagement e di coinvolgimento della popolazione.

E questo è quanto state facendo voi come Centro?

Si, siamo ricercatrici, ricercatori, medici e docenti di varie discipline. Il compito che ci siamo prefissati è quello di diffondere il più possibile l’approccio attento alle differenze di sesso e genere attraverso la ricerca, che poi va declinata in formazione e quindi in assistenza. L’obiettivo non è, come si potrebbe semplicisticamente pensare, quello di creare corsi specificamente di “medicina di genere” o “cattedre” nelle università.

Lo si è fatto in passato, per poi capire che una formula così non funziona.

Si vuole infatti pervadere i vari corsi universitari con questo approccio innovativo con un metodo, che in inglese viene definito di mainstreaming, per cui ogni disciplina della salute e cura dovrebbe e dovrà integrare e approfondire quale impatto hanno nella propria materia specifica le differenze di sesso e genere. Come Centro siamo partiti da lì.

A Ferrara, inoltre, grazie al percorso di unificazione tra Azienda Usl e Azienda Ospedaliero Universitaria, proprio sul fronte della Medicina di sesso e genere si potrà prefigurare l’opportunità di lavorare in modo concreto e pratico sul ciclo “ricerca – formazione – assistenza” trasferendo questo aggiornamento in maniera sistematica.

Ma cos’è, in sintesi, la medicina attenta alle differenze di sesso e di genere?

Iniziamo dicendo cosa non è la medicina di sesso e genere: non è la medicina delle donne. Si tratta invece di un approccio multidisciplinare finalizzato alla valutazione delle differenze che vi sono tra uomo e donna, e anche identità non conformi, rispetto alla malattia e di conseguenza alla cura e all’assistenza e rappresenta un percorso di appropriatezza della diagnosi e cura per tutte e tutti.

Di conseguenza la medicina di sesso e genere rappresenta un percorso positivo con benefici non solo per le donne ma per tutte le persone. Direi anzi che attraverso questo percorso andiamo sempre di più nella direzione della medicina personalizzata. Laddove la medicina di sesso prende in considerazione principalmente le differenze biologiche, la medicina di genere fa riferimento invece all’identità di genere cui ogni singola persona si sente di appartenere, e le differenze nell’approccio clinico riguardano il trasferimento delle conoscenze scientifiche aggiungendo l’aspetto relazionale.

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