Ostellato. Nel corso del Consiglio comunale, la consigliera Antonia Trevisani, intervenendo a nome del gruppo Insieme per Ostellato, ha espresso una posizione netta e critica sulla Nota di Aggiornamento al Dup 2026–2028 e sul Bilancio di Previsione, annunciando il voto contrario del gruppo.

“I documenti non esprimono una linea politica riconoscibile né una visione capace di orientare ed invertire il futuro del Comune – ha sottolineato la consigliera Trevisani -, la programmazione si limita a descrivere l’esistente, senza trasformare l’analisi in scelte, priorità e indirizzi concreti”.

Il Dup restituirebbe “una fotografia lucida di un territorio in difficoltà: Ostellato perde popolazione, famiglie e imprese, e vede progressivamente indebolirsi il proprio tessuto sociale ed economico. A questa analisi, però, non segue alcuna strategia”. “I dati – aggiunge – restano elencati, non diventano azione politica. Come evidenziato dalla consigliera Trevisani, manca un’idea forte per contrastare lo spopolamento e rendere il Comune più attrattivo per chi vive, lavora e investe sul territorio”.

Un segnale ancora più evidente arriverebbe “dal Programma Triennale dei Lavori Pubblici 2026–2028, privo di nuove opere e di risorse programmate”. “Un vuoto che – sostiene la consigliera – non è tecnico, ma politico: senza investimenti non si governa lo sviluppo, si amministra il declino. Un Comune che arretra e non programma opere pubbliche rinuncia a costruire il proprio futuro”.

E ancora: “Il colore rosso con cui i tecnici hanno evidenziato questo aspetto nel documento presentato dall’Amministrazione è fin troppo eloquente: il rosso è per definizione il colore che segnala un pericolo imminente, quello di un’assenza totale di visione, certificata dagli stessi atti portati in approvazione in consiglio”.

A confermare questa impostazione sarebbe anche Bilancio di Previsione 2026–2028 che “resta fermo sull’ordinaria amministrazione, senza una visione di medio periodo in grado di accompagnare crescita, manutenzione e rigenerazione del territorio”.

“In un contesto – dice – che offrirebbe margini per investire in modo sostenibile, rinunciare ad utilizzare strumenti come la leva del debito, intesa come investimento su progetti funzionali per uno sviluppo prodromico, significa rinunciare a costruire il futuro. Non si tratta di indebitare il Comune, ma di usare il debito come leva di investimento per progetti capaci di generare un ritorno nel tempo, e non solo spesa passiva”.

“Resta infine aperta – conclude – una questione che riguarda direttamente cittadini e imprese: gli aumenti tariffari di CLARA. I 75.000 euro annui stanziati nel triennio 2024–2026 hanno svolto una funzione di contenimento temporaneo, ma dal 2027 in avanti il bilancio non indica alcuna copertura strutturale né una strategia di accompagnamento. Come ricordato dalla consigliera Trevisani, ancora una volta il problema non viene affrontato, ma rinviato, creando l’illusione di una soluzione che non esiste. Alle interpellanze del nostro gruppo non sono seguite risposte nel merito, mentre i numeri oggi confermano ciò che denunciamo da tempo: il costo a carico dei cittadini è solo posticipato”.