Attualità
20 Dicembre 2025
La lettera inviata al Polo Nord da una cittadina del mondo: "Spazi adeguati a tutte le attività e che possa ospitare tutte le persone desiderose di apprendere, comunicare e sentirsi finalmente a casa"

“Caro Babbo Natale, portaci una nuova sede dove imparare e condividere”

di Redazione | 2 min

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Una sede centrale per Cittadini del Mondo. Con “spazi adeguati a tutte le attività e che possa ospitare tutte le persone desiderose di apprendere, comunicare e sentirsi finalmente a casa senza dover escludere nessuno”. È il regalo sotto l’albero che una “cittadina del mondo” chiede a Babbo Natale, con una lettera inviata al Polo Nord per raccontare la “bella storia” di un’associazione che “da più di trent’anni fornisce sostegno e aiuto a più generazioni di cittadini che, giunti in Italia da terre lontane, hanno trovato nella nostra città un porto sicuro dove essere accolti”.

“Ogni giorno, nella sua piccola sede, si alterna l’operato di meravigliosi insegnanti che, volontariamente, svolgono la loro attività all’interno di una pluriclasse multietnica, fornendo a ciascun utente il dono della parola. L’insegnamento della lingua italiana diviene così la chiave per la loro emancipazione, uguaglianza e dignità” racconta.

“«I care» – prosegue la donna – è la scritta che campeggiava sul muro della piccola aula della scuola di Barbiana di don Lorenzo Milani. Era l’invito universale a reagire alle ingiustizie e a considerare l’istruzione e la cultura come strumento di emancipazione. Anche nella scuola di Cittadini del mondo ci sono ragazze e ragazzi che non hanno avuto le stesse opportunità di molti loro coetanei, ma che meritano sicuramente le stesse occasioni. La scuola di italiano di Cittadini del Mondo è aperta a tutti, senza preclusioni, ed ogni giorno si insegnano nuove parole ed idiomi differenti, confrontandosi in uno scambio continuo ed arricchente per tutti”.

È in questo contesto, spiega la cittadina nella propria lettera, che “si concretizza la vera interazione tra culture differenti, nessuno deve rinunciare al proprio bagaglio culturale, si accettano e si comprendono le naturali diversità. Si tratta sicuramente di un processo complesso e faticoso ma che è il fondamento delle relazioni umane in un processo naturale di apprendimento e crescita”.

Poi la richiesta a Babbo Natale: “Spero vorrai leggere la mia lettera con attenzione, ma soprattutto mi auguro che riuscirai a trovare una persona gentile e generosa, un’anima bella, perché sono convinta che ancora ne esistano,  disposta a mettere in pratica quell’«I care» e a mettere a disposizione dell’associazione una sede centrale, con spazi adeguati a tutte le attività e che possa ospitare tutte le persone desiderose di apprendere, comunicare e sentirsi finalmente a casa senza dover escludere nessuno”.

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