Politica
17 Dicembre 2025
Approvata la mozione Perelli (Lega): maggioranza compatta sulla centralità della famiglia, minoranza critica sul ruolo della scuola pubblica. Zonari (La Comune): "I femminicidi si combattono con l'educazione"

Consenso informato a scuola, scontro in Consiglio sull’educazione sessuale

di Elena Coatti | 3 min

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L’educazione sessuale entra in Consiglio e divide nettamente maggioranza e minoranza. L’assemblea della Residenza municipale ha approvato la mozione presentata dal consigliere leghista Stefano Perelli a sostegno del disegno di legge nazionale sul consenso informato in ambito scolastico, che prevede l’obbligo di autorizzazione scritta delle famiglie per le attività che affrontano temi legati alla sfera sessuale.

Un atto che, secondo la maggioranza, serve a “rimettere ordine nelle responsabilità educative”, ma che per la minoranza rappresenta un “attacco alla scuola pubblica” e alla sua funzione educativa.

Nel suo intervento, Perelli ha dichiarato con forza che “la responsabilità educativa primaria appartiene alla famiglia e ciò non è negoziabile”. Il consigliere della Lega ha difeso il disegno di legge come una norma di buonsenso, pensata per evitare che progetti di educazione affettiva o sessuale vengano introdotti senza un consenso e preventivo dei genitori, spesso – ha sostenuto – “attraverso materiali non condivisi o con il coinvolgimento di soggetti esterni”.

Secondo Perelli, il rischio è quello di esporre bambini e ragazzi a contenuti “non adeguati all’età e alla maturità”, soprattutto nelle fasce più giovani. Da qui il sostegno alla previsione che esclude queste attività dalla scuola dell’infanzia e primaria, garantendo un percorso “graduale, trasparente e rispettoso dei valori familiari”. La scuola, ha ribadito, “deve sostenere le famiglie, non sostituirsi ad esse”.

Di tutt’altro avviso la minoranza, che ha affidato alla consigliera Anna Zonari (La Comune) un intervento unico e fortemente critico. Per l’opposizione, la mozione “non parla solo di consenso informato, ma dell’idea di scuola che abbiamo in mente”. Un’idea che – secondo Zonari – rischia di trasformare la scuola in un luogo da controllare, “come se fosse un pericolo da cui difendersi”, minando la fiducia nei docenti, negli organi collegiali e nei patti educativi di corresponsabilità.

Nel mirino soprattutto il divieto di affrontare temi legati all’educazione affettiva e relazionale nelle età preadolescenziali. “È proprio in quelle fasi – ha sottolineato Zonari – che c’è più bisogno di informazione corretta, di educazione al rispetto e alla gestione delle relazioni”. Poi l’affondo più netto: “Dire che i femminicidi non si combattono con l’educazione è semplicemente falso, aggiungo pericoloso. È attraverso la formazione che si combattono stereotipi, discriminazioni e violenza di genere”.

A rafforzare la posizione favorevole alla mozione è intervenuto il consigliere Francesco Rendine (Civica Fabbri), portando la propria esperienza di insegnante: il potere di influenza che un docente può esercitare sugli studenti sarebbe molto forte, secondo Rendine. Proprio per questo, ha sostenuto, le questioni che toccano la sfera affettiva e morale dovrebbero restare “in piena libertà ai genitori”. “Il compito della scuola – ha affermato – è insegnare a leggere e scrivere. Dare strumenti di conoscenza, non indicare cosa è giusto o sbagliato dal punto di vista morale”.

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