“Credo che questa tristissima vicenda non possa avere rilievo solo sul piano politico”. Fabio Anselmo interviene sull’incredibile vicenda che riguarda Rosita Bui, dipendente comunale addetta alla segretaria dei gruppi consiliari di opposizione Lista Civica Anselmo, de La Comune di Ferrara e del Movimento Cinque Stelle,
La donna ha denunciato di aver ricevuto “gravi accuse” da parte del sindaco Alan Fabbri e dell’assessore Matteo Fornasini relativamente alla convocazione della commissione di controllo circa la situazione di Amsef, partecipata del Comune che gestisce i funerali,
Dopo aver letto la relativa notizia su Estense.com, Anselmo si dichiara “basito”: “una dipendente comunale che lavora anche per il mio gruppo ed è segretaria di due commissioni consiliari ci comunica la loro convocazione con tutti gli argomenti da trattare e da discutere, poi, nel consiglio del 19 dicembre. Adempie al proprio dovere ma lo fa troppo presto. Tra questi c’è un tema spinoso. L’affare Amsef. Molto spinoso. Fatto sta che esce un articolo di giornale che lo anticipa”.
Secondo la ricostruzione temporale della vicenda offerta da Anslemo, la dipendente sarebbe stata direttamente contattata dall’assessore Fornasini, prima, e dal sindaco Alan Fabbri poi.
“I modi non son istituzionali ma rudi – sottolinea l’esponente di opposizione -. Particolarmente quelli tenuti via telefono dal sindaco. Tanto violenti da traumatizzare la dipendente che viene indotta a temere per il suo posto di lavoro. Scioccata si rivolge al medico. Ansia, panico e tachicardia. Manda quindi il certificato medico. La prognosi è inequivocabile e la malattia prolungata”.
Dopo la notizia uscita sul nostro giornale, è arrivata immediata la versione dei fatti da parte dell’ufficio comunicazione del sindaco che, sempre a detta di Anselmo, riporta “un veemente attacco pubblico nei suoi confronti perpetrato da assessore e sindaco. Le vengono formulate accuse di rilievo disciplinare. Fornasini e Fabbri dimenticano che la legge non glielo consente. E che i propri ruoli non debbono interferire su materie disciplinari. Tantomeno divulgarle anticipandole”.
Ma il “paradosso” – continua Anselmo – “va ben oltre. Il sindaco Fabbri afferma pubblicamente che la avrebbe chiamata proprio per «evitare l’attivazione di procedure di carattere disciplinare». In che modo ci può dire ‘sua maestà’? Cosa avrebbe dovuto fare la troppo zelante impiegata per evitarlo? A cosa si si sarebbe dovuta sottomettere?”.
“Una cosa è certa – conclude il consigliere -. Quella donna che lavora da quarant’anni nel Comune di Ferrara, ha avuto tutti i motivi per spaventarsi. Questi atteggiamenti non sono degni di uno stato di diritto. Se lo siamo ancora”.
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