Vigarano
15 Dicembre 2025
L’esponente di “Costruiamo il Futuro con Te” interviene sul caso della cupola geodetica a Villa Diamantina: ricorso al Tar, costi elevati e interrogativi aperti su controlli, autorizzazioni e responsabilità

Cupola in Diamantina, De Michele: “Vicenda da chiarire fino in fondo”

di Redazione | 3 min

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Vigarano Mainarda. “Una vicenda da chiarire fino in fondo, con rispetto e responsabilità”. Parte da qui l’intervento politico di Agnese De Michele (Costruiamo il Futuro con Te) sul caso Diamantina, che negli ultimi giorni ha acceso il dibattito attorno alla cupola geodetica e ai gazebo installati a Villa Diamantina e ritenuti abusivi dal Comune.

La questione nasce dall’ordinanza con cui il municipio ha disposto la rimozione delle strutture. La Pro Loco di Diamantina, attraverso il presidente Claudio Radiosi, ha però deciso di non procedere allo smontaggio immediato e di presentare ricorso al Tar, ritenendo necessario un passaggio davanti al giudice amministrativo. Una scelta che De Michele dice di condividere: “Ho letto con attenzione la nota diffusa dalla Pro Loco di Diamantina e, come ho già avuto modo di dire personalmente al presidente, condivido la scelta di procedere per vie legali: una decisione ponderata, assunta con senso di responsabilità”.

Nel suo intervento, l’esponente di opposizione tiene a chiarire la propria posizione nei confronti dei volontari: “Mi preme ribadire, ancora una volta, che non ho mai attaccato la Pro Loco, né messo in discussione il valore del lavoro dei volontari. Anzi, li ho sempre riconosciuti come vittime di una gestione poco chiara”. Secondo De Michele, il punto non è lo scontro politico, ma la necessità di fare piena luce su quanto accaduto: “Chi oggi cerca di scaricare le responsabilità su chi ha semplicemente risposto a un attacco politico in Consiglio comunale, lo fa per nascondere mancanze evidenti”.

Dal canto suo, la Pro Loco ha ricostruito i fatti sottolineando di aver collaborato fin dall’inizio con i tecnici comunali su una situazione definita “conosciuta, monitorata e trattata con continuità”, nella convinzione di poter arrivare a una conclusione equilibrata. I volontari hanno anche spiegato di aver sospeso l’utilizzo della cupola e di aver programmato lo smontaggio con la ditta installatrice, ribadendo la natura temporanea delle strutture, pensate per garantire continuità alle attività culturali e sociali in un periodo in cui altri spazi non erano disponibili.

È proprio su questo punto che De Michele incalza, ponendo una serie di domande che restano, a suo giudizio, senza risposta: «Ma tutti sapevano. E allora la domanda è inevitabile: “Chi doveva controllare e non l’ha fatto?”. E ancora: “Chi ha autorizzato? Chi ha rassicurato? Chi ha taciuto per più di due anni?”. Interrogativi che chiamano in causa il ruolo di chi ricopre incarichi pubblici: “Chi ricopre ruoli pubblici ha il dovere di conoscere la legge, non di fare promesse vaghe o alimentare aspettative che finiscono per ricadere su altri”.

Un capitolo centrale della vicenda riguarda anche l’aspetto economico. La Pro Loco ha quantificato in 80.000 euro il costo complessivo della struttura, con 40.000 euro ancora da saldare, a cui si aggiungerebbero 20.000 euro per lo smontaggio e altri 20.000 per un eventuale rimontaggio. Cifre importanti per un’associazione che vive di volontariato e sostegno della cittadinanza. Un rischio che De Michele evidenzia con preoccupazione: “Se non ci sono le basi per una difesa solida, il rischio è che a rimetterci, per la seconda volta, siano proprio coloro che si sono fidati di rassicurazioni rivelatesi poi infondate”.

Da qui l’appello finale a un confronto serio e approfondito: “Serve chiarezza, rispetto per i cittadini, assunzione di responsabilità. E serve, infine, un approfondimento vero, a tutti i livelli, senza slogan, senza ambiguità, senza più scaricabarile”. Un messaggio che si inserisce in una vicenda ancora aperta, destinata ora a spostarsi nelle aule della giustizia amministrativa.

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