Attualità
12 Dicembre 2025
Per le due realtà si tratta di affermazioni "gravi" e che colpiscono "non solo le persone presenti, ma l’intero corpo studentesco"

“Poveri comunisti”. Ramaciotti accanto a Bernini, Adi e Link: “Prenda le distanze”

di Redazione | 3 min

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“Forte preoccupazione”. È quanto esprime Adi Ferrara dopo l’intervento della ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ad Atreju, la convention dei giovani di Fratelli d’Italia. Parallelamente Link Ferrara definisce “vergognose” le sue affermazioni. Il riferimento è anche alla citazione di Silvio Berlusconi con la quale Bernini ha apostrofato gli studenti che la contestavano per il “semestre filtro”: “Siete solo dei poveri comunisti”, ha detto.

Entrambe le associazioni chiedono alla rettrice di Unife Laura Ramaciotti, presente sul palco in quanto presidente Crui, di prendere le distanze dalle parole della Ministra. Ramaciotti, a quanto si vede dai video orami diventati virali, rimane seduta al suo posto senza applaudire.

L’11 dicembre, scrive Adi, “di fronte alle contestazioni degli studenti di medicina sulle criticità del cosiddetto ‘semestre filtro’, la Ministra ha scelto di rispondere aggredendoli e definendoli ‘inutili'”. Un’affermazione che l’associazione Dottorandi italiani ritiene “grave” e “che colpisce non solo le persone presenti, ma l’intero corpo studentesco”.

“Definire come ‘inutili’ – scrivono – persone che segnalano problemi reali e rivendicano tutele adeguate significa negare il valore del confronto democratico e sminuire il ruolo che gli studenti svolgono all’interno dell’università pubblica. Pare inaccettabile che queste parole di discredito arrivino proprio da chi ricopre il più alto incarico istituzionale in materia ed è titolare della responsabilità politica di ciò che studentesse e studenti vivono sulla propria pelle”.

Alla rettrice dell’Università di Ferrara Adi chiede “un chiarimento sull’accaduto e sulle sue posizioni nel merito della vicenda”. Chiedono anche che “l’Ateneo prenda pubblicamente le distanze da quanto dichiarato dalla Ministra in quella sede, ribadendo un principio essenziale: gli studenti e le studentesse non sono un problema da gestire, ma una componente centrale della comunità accademica. Le loro preoccupazioni meritano ascolto, non derisione e infantilizzazione”.

Adi Ferrara chiede inoltre: “Una presa di responsabilità e la manifestazione delle dovute scuse da parte della Ministra nei confronti degli studenti coinvolti; l’avvio immediato di un serio confronto sulle criticità del semestre filtro con le organizzazioni di rappresentanza studentesca; il pieno riconoscimento del ruolo attivo degli studenti e delle loro organizzazioni di rappresentanza nel segnalare problematiche del sistema universitario. Gli studenti e le studentesse non sono “inutili”. Inutili sono le parole che tentano di delegittimarli”.

Come detto ad intervenire è anche Link Ferrara: “Alla luce delle vergognose affermazioni della ministra Bernini sul palco di Atreju, come realtà universitaria impegnata e presente all’interno dell’Ateneo di Ferrara, la cui rettrice era presente sullo stesso palco della ministra durante il ‘siparietto’ di cattivo gusto, Link chiede la più sentita presa di distanza da quanto affermato, ovvero che gli studenti siano una nullità”.

“In una istituzione democratica quale l’università – aggiungono – non si può accettare chi sminuisce il valore degli studenti, che non dovrebbero mai essere messi a tacere, ma ascoltati sulla base del mutuo confronto. Siamo presenti, lo siamo stati e ci impegniamo a restare. Non vi è spazio per il vuoto. Seppur questa frase pare un controsenso, è imperativo in un momento in cui le nostre università vengono minacciate da riforme e controriforme”.

“L’assemblea di Link Ferrara – concludono – si pronuncia da sempre contro il semestre filtro, tramite i dovuti canali e nel rispetto del dialogo democratico. Per questo Link auspica la collaborazione dalla magnifica rettrice e dall’Ateneo nel condannare le irripetibili affermazioni e le azioni irrispettose della ministra, mostratasi poco istituzionale nonostante l’alto ruolo esecutivo nella nostra Repubblica”.

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