Economia e Lavoro
10 Dicembre 2025
Incidenza quasi dimezzata rispetto al 2024: calano drasticamente le vittime, ma resta alta l’attenzione sul fronte prevenzione

Morti sul lavoro, Ferrara tra le province più sicure dell’Emilia-Romagna

di Redazione | 3 min

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La fotografia degli infortuni mortali sul lavoro in Emilia-Romagna nei primi dieci mesi del 2025 mostra una regione ancora in zona arancione, con un’incidenza di 27,6 morti ogni milione di occupati, leggermente superiore alla media nazionale (27,5). Ma dentro questo quadro complessivo, Ferrara si distingue come una delle realtà più virtuose dell’intero territorio regionale: una zona bianca, cioè la fascia di rischio più bassa, con un indice di 13,6 contro il 34,0 registrato nello stesso periodo del 2024

I dati dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering segnalano per Ferrara un miglioramento netto. Tra gennaio e ottobre 2025 le vittime totali sul lavoro sono state 4, la metà rispetto alle 8 dell’anno precedente (-50%)

Guardando alle sole morti “in occasione di lavoro” – quindi escludendo gli incidenti in itinere – il numero scende da 5 a 2 (-60%), una delle diminuzioni più significative della regione. Il risultato contribuisce in modo sostanziale alla riduzione dell’incidenza provinciale, oggi nettamente sotto la media regionale e nazionale.

Un segnale positivo che conferma una tendenza già intravista nel 2024, ma che ora diventa strutturale: Ferrara è una delle pochissime realtà dell’Emilia-Romagna in cui il rischio di morte sul lavoro appare non solo sotto controllo, ma in deciso miglioramento.

Mentre Ferrara registra un calo netto delle vittime, altre province affrontano invece trend opposti. È il caso di Forlì-Cesena, che passa da 6 a 16 morti totali (+167%) e vede l’incidenza schizzare a 66,5, la più alta della regione. Anche Ravenna, pur con numeri assoluti più contenuti, entra in zona rossa (34,6)

Al contrario, Ferrara entra stabilmente tra le realtà più sicure insieme alla sola Rimini, che però mostra numeri molto bassi ma anche più instabili nel tempo.

La performance virtuosa estense è ancora più evidente se confrontata con il dato regionale: mentre l’Emilia-Romagna registra 77 vittime totali (–7,2% rispetto al 2024) e 56 morti in occasione di lavoro (–11,1%), Ferrara riduce le proprie perdite in modo molto più marcato.

A livello regionale la maggior parte degli incidenti mortali avviene: in occasione di lavoro senza mezzo di trasporto: 45 casi (–15,1%); con mezzo di trasporto: 11 casi (+10%); in itinere: 21 casi (+5%)

Le fasce d’età più colpite restano quelle tra 45 e 64 anni, che rappresentano oltre il 70% delle vittime. Gli uomini costituiscono la quota largamente predominante (52 su 56)

Pur non essendo disponibili nel dettaglio i dati settoriali della sola Ferrara, la dinamica complessiva regionale indica che la sicurezza sul lavoro continua a essere un tema particolarmente critico nei comparti ad alta intensità manuale e nei contesti con maggiore esposizione a rischi strutturali o organizzativi.

Di fronte ai dati, l’ingegner Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega, invita alla prudenza: il calo delle vittime è un segnale incoraggiante, ma non autorizza ad abbassare la guardia. Solo attraverso una maggiore diffusione della cultura della sicurezza, investimenti continuativi e controlli più stringenti sarà possibile consolidare i progressi ottenuti e ridurre ulteriormente il rischio.

Il risultato ferrarese non va sopravvalutato, ma nemmeno sottovalutato. La provincia mostra un calo costante delle vittime, un’incidenza più che dimezzata, un posizionamento nella fascia più sicura dell’intera regione.

Risultati che meritano attenzione: Ferrara potrebbe rappresentare un modello di buone pratiche in Emilia-Romagna, soprattutto in una fase in cui altre province vivono dinamiche opposte.

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