Comacchio
5 Dicembre 2025
Viene ribaltata la decisione del Tar dell'Emilia Romagna mentre la sentenza chiarisce che il primo ricorso presentato dal Barracuda doveva essere considerato improcedibile

Movida ai lidi. Il Consiglio di Stato dà ragione al Malua

di Redazione | 2 min

Leggi anche

Consorzio di Bonifica al voto, presentata “una lista unitaria”

Sobrietà, trasparenza e impegno. Queste le tre parole chiave con cui la lista unitaria “Insieme per la bonifica” si presenterà alla tornata elettorale del 13 e 14 dicembre per il rinnovo del consiglio di amministrazione del Consorziano di bonifica pianura di Ferrara

Lido di Spina. È arrivata la parola fine, da parte del Consiglio di Stato, alla disputa che vedeva da un lato la discoteca Barracuda e dall’altra stabilimenti balneari come il Malua e il Comune di Comacchio. Tra i due locali non vi sarebbe alcuna sovrapposizione di pubblico con la discoteca che non ha fornito elementi concreti e verificabili per sostenere che lo stabilimento balneare fosse un concorrente diretto, nemmeno sotto il profilo di una potenziale concorrenza “sleale” legata alle deroghe acustiche concesse dal Comune.

La decisione ribalta completamente il precedente pronunciamento del Tar dell’Emilia-Romagna, accogliendo le tesi del Comune di Comacchio e della società che gestisce il Malua. La sentenza chiarisce che il primo ricorso presentato dal Barracuda doveva essere considerato improcedibile – o comunque inammissibile – per mancanza sopravvenuta d’interesse.

Il Consiglio di Stato ha affrontato la questione sottolineando due aspetti. Da un lato, come anticipato, ha evidenziato come il Barracuda non abbia dimostrato in modo rigoroso che le due attività pescassero nello stesso bacino di clientela. Nelle memorie difensive, anzi, la stessa discoteca aveva descritto gli eventi notturni del Malua come un’attività marginale rispetto al modello economico complessivo dello stabilimento. Per i giudici, la sola prossimità geografica e il fatto che gli eventi si svolgessero negli stessi giorni non sono elementi sufficienti a provare che il pubblico fosse lo stesso.

Dall’altro lato il regolamento comunale sulle attività rumorose non poteva essere oggetto di impugnazione diretta, perché non incide in modo immediato sulle posizioni giuridiche dei singoli operatori. A essere eventualmente lesive erano invece le autorizzazioni in deroga concesse dal Comune al Malua nel 2023 e 2024. Tuttavia, la discoteca le ha contestate solo quando tali provvedimenti avevano ormai esaurito i loro effetti. Perché il ricorso potesse proseguire, il Barracuda avrebbe dovuto quantomeno chiedere che fossero dichiarati illegittimi ai fini di un eventuale risarcimento, dimostrando un danno concreto. Una richiesta che non è mai stata formulata. Di conseguenza, per i giudici il ricorso andava chiuso sin dall’inizio.

Grazie per aver letto questo articolo...

Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com