La presentazione del Report 2025 sull’Economia del Mare in Emilia-Romagna ha riunito a Ravenna, nella Sala Cavalcoli della Camera di commercio, istituzioni, enti locali, rappresentanti del mondo produttivo e del sistema camerale per fare il punto sul ruolo strategico della Blue Economy per lo sviluppo del territorio. L’evento, promosso dalla Camera di Commercio di Ferrara Ravenna, dalla Camera di Commercio della Romagna, dalla Camera di Commercio Frosinone Latina, da Assonautica Italiana, Informare Azienda Speciale e da Ossermare, ha rappresentato un momento di confronto di alto livello, inserito nel percorso di valorizzazione del mare come motore di crescita sostenibile e innovazione.
I numeri del Rapporto, presentato da Antonello Testa, Coordinatore nazionale dell’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare – Ossermare, raccontano una regione in cui il mare è un fattore decisivo di competitività e crescita. Un sistema, quello dell’Economia blu, che coinvolge 24 Comuni costieri particolarmente dinamici e che esprime una straordinaria capacità di generare valore: quasi 15 miliardi di euro, pari al 8,6% del Pil regionale, con una crescita del 11,3% in un solo anno. La filiera dà lavoro a oltre 76mila persone e conta più di 14mila imprese, molte delle quali femminili, giovanili e a guida straniera. Rimini, Ravenna, Forlì-Cesena e Ferrara sono i motori principali di questa economia, che mostra un moltiplicatore superiore alla media nazionale e un export vicino al miliardo di euro.
“Sono molto orgoglioso di aver ospitato oggi a Ravenna la presentazione del Report Economia del Mare Emilia-Romagna 2025 – ha dichiarato Giorgio Guberti, presidente della Camera di Commercio di Ferrara Ravenna introducendo i lavori – e ringrazio il presidente Giovanni Acampora per avere scelto la nostra città, e la nostra Camera di commercio, quale sede per un evento così importante. Un’occasione per approfondire, alla presenza di autorevoli relatori, Autorità, rappresentanti del mondo economico, le trasformazioni di un comparto, quello dell’economia del mare, della logistica portuale e dei servizi ausiliari, in cui si va realizzando da tempo un modello di crescita nuovo e sempre più sostenibile e che non è più solo una componente settoriale, ma una realtà che evolve rapidamente e che chiede strumenti capaci di connettere dati, territori, imprese e istituzioni. Connessioni, collegamenti, infrastrutture sono aspetti strettamente legati allo sviluppo dell’economia del mare, elementi fondamentali di competitività e indicatori essenziali di crescita economica e di qualità della vita, sui quali dobbiamo agire uniti con forza e convinzione per recuperare terreno, cogliendo ora anche la grande opportunità della Zona Logistica Semplificata”.

28-11 -2025- ravenna- camera di commercio di ravenna e ferrara – incontro convegno sullìeconomia del mare in emilia romagna – giorgio guberti , carlo battistini , giovanni acampora , antonello testa , alessandro barattoni , annagiulia randi , maurizio tattoli , francesco benevolo , modera roberta busatto
Carlo Battistini, presidente della Camera di Commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, ha aggiunto: “Parlare di economia del mare significa soprattutto delineare un sistema di infrastrutture collegate e funzionali a un ecosistema economico, cioè un sistema connesso e coerente con le specificità di un territorio. Per questo per la Romagna significa prima di tutto portare a compimento gli importanti investimenti sul porto e hub energetico di Ravenna, sul sistema aeroportuale, sull’infrastruttura ferroviaria e aeroportuale, sulle connessioni viarie. Ma alla parte hard va anche affiancata quella soft, fatta di digitalizzazione e AI al servizio della logistica, del turismo e dei servizi, in grado di accrescere la produttività e l’efficienza del sistema. Inoltre, è necessario portare a compimento la Zls per mettere le imprese nelle condizioni di investire al meglio e creare valore aggiunto. Ciò che viene dal mare necessita di efficaci infrastrutture per collegarsi alla terra e alle attività economiche che generano valore, e in Romagna va colmato un gap che viene dal passato”.
Giovanni Acampora, presidente della Camera di Commercio di Frosinone Latina, ha evidenziato: “L’economia del mare cresce se cresce la nostra capacità di osservarla e interpretarla. Il sistema camerale, attraverso Unioncamere, OsserMare, il Centro Studi Tagliacarne e le Camere di commercio, è oggi l’unico presidio autorevole in grado di offrire una lettura integrata e continuativa dei dati, trasformandoli in strumenti strategici per il Paese. Quella intuizione nata quindici anni fa ha permesso di costruire un patrimonio informativo unico, che oggi sostiene un’economia del mare finalmente riconosciuta come asset strategico nazionale”.
Tra gli interventi, moderati dalla giornalista Roberta Busatto, Alessandro Barattoni, sindaco di Ravenna, Annagiulia Randi, coordinatrice territoriale Emilia-Romagna dell’Osservatorio Nazionale Tutela del Mare (Ontm), Maurizio Tattoli, comandante della Direzione Marittima Emilia-Romagna, che hanno messo in luce le dinamiche dell’economia blu regionale e il legame con la città di Ravenna: portualità, tutela del mare, filiere produttive, innovazione, intermodalità e sviluppo sostenibile.
“L’economia blu, dall’Europa all’Italia, è un modello economico in costante crescita – ha osservato il sindaco di Ravenna, Alessandro Barattoni – che rappresenta un’opportunità formidabile di cambiamento anche per il nostro territorio. I punti di vista sono molteplici e non sono rappresentati solo da settori tradizionali, quali il turismo costiero o la pesca, ma anche da elementi che vanno dall’energia rinnovabile marina alla logistica portuale. Guardando ai prossimi anni, sono convinto che la costa romagnola, e in particolare Ravenna, con i suoi 35 km di litorale, il parco marittimo, le sue peculiarità, e con le mille possibilità declinate negli ambiti più diversi, contribuirà alla crescita economica dell’intera regione, nell’ambito di un sistema che tiene conto di diversi fattori, capaci di coesistere e darsi forza: dallo scalo portuale, che penetra fin dentro la città col canale Candiano, al mare Adriatico, in un’ottica anche di sostenibilità marittima”.
“Questo convegno ha rappresentato un’occasione preziosa per affrontare il tema dell’economia blu in una prospettiva ampia e consapevole – ha dichiarato Anna Giulia Randi, coordinatrice regionale dell’Osservatorio nazionale per la Tutela del Mare – che va oltre i dati e gli indicatori economici. Parlare di blue economy significa infatti riconoscere il mare non soltanto come risorsa produttiva, ma come patrimonio umano, culturale, sociale e ambientale da tutelare e valorizzare. La blue economy non è più una teoria, ma una realtà concreta già in atto, capace di generare ricadute positive in termini occupazionali, ambientali e di coesione sociale. In questa direzione si colloca l’impegno quotidiano di Ontm, che lavora per affermare un modello di sviluppo sostenibile fondato su conoscenza, tutela degli ecosistemi e valorizzazione delle comunità costiere, promuovendo il mare come leva economica, ma anche come valore culturale e identitario del Paese”.
“La Blue Economy rappresenta oggi uno dei principali motori di sviluppo per il Paese, un ecosistema complesso nel quale si intrecciano trasporti marittimi, portualità, pesca, tutela ambientale, turismo, cantieristica e innovazione tecnologica. In questo quadro articolato, il Corpo delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera svolge un ruolo centrale – ha evidenziato il comandante Maurizio Tattoli – assicurando la cornice di legalità, sicurezza e sostenibilità senza la quale nessuna crescita equilibrata sarebbe possibile. In questo territorio la presenza capillare dei Comandi della Guardia Costiera, la competenza tecnica e la capacità di operare trasversalmente in tutti i segmenti delle attività marittime ci consentono di essere parte attiva del processo di sviluppo: dalla sicurezza della navigazione alla protezione dell’ambiente marino, dalla regolazione dei traffici portuali al supporto alle filiere produttive ittiche, consapevoli che il valore aggiunto generato dall’economia del mare rappresenta un fattore strategico per la competitività nazionale”.
Francesco Benevolo, commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico centro-settentrionale, ha tirato le conclusioni dell’evento: “In occasione di questa mattinata il pensiero mi è andato a quando, nel 1994 si costituì la Federazione del Mare e dopo poco, nel 1995, come Direttore della ricerca economica del Censis, ho avuto modo di realizzare il primo Rapporto sull’Economia del Mare in Italia in collaborazione proprio con quella Federazione. Da allora, in trent’anni, sono effettivamente cambiate moltissime cose, sotto tutti i punti di vista. Dalla normativa sui porti alle dinamiche dei traffici marittimi, dalla crescita esponenziale delle autostrade del mare sino alla costituzione del Ministero del Mare. Sono questi tutti fattori che hanno portato a una sempre maggiore attenzione al tema della risorsa mare, sino a farlo oggi unanimemente considerare un comparto strategico per la crescita del sistema economico del nostro Paese. Il Rapporto presentato oggi fornisce una serie di dati sicuramente utili per alimentare una riflessione approfondita e qualificata sui processi che si stanno registrando nel settore dell’economia del mare e credo rappresenti una occasione preziosa per disporre di nuovi elementi da condividere e sui quali ragionare anche per il futuro del nostro territorio, pienamente coinvolto attraverso il suo porto e tutta la logistica nelle dinamiche di sviluppo dell’economia blu”.
I numeri dell’Economia del Mare dell’Emilia Romagna 2025
(Fonte: Report Economia del Mare Emilia Romagna 2025, Ossermare- Centro Studi G. Tagliacarne – Unioncamere)
24 Comuni definiti come zone costiere dell’Emilia Romagna che rappresentano il 13,8% della popolazione con 320 abitanti per kmq a fronte dei 187 degli altri comuni emiliani
Il Valore Aggiunto Economia del Mare dell’Emilia Romagna
La filiera dell’Economia del mare dell’Emilia Romagna genera 14,9 miliardi di euro di valore aggiunto tra valore diretto e indiretto. Che rappresenta l’8,6% del Pil regionale. Con un moltiplicatore di 2,0 rispetto all’1,8 nazionale.
Registra un + 11,3% come variazione dell’economia del mare regionale rispetto all’anno precedente
Occupazione nell’Economia del Mare dell’Emilia Romagna
6.227 occupati nell’economia del mare pari al 3,5% come incidenza su totale economia regionale
Imprese nell’Economia del Mare dell’Emilia Romagna
4.175 imprese nell’economia del mare pari al 3,3% come incidenza su totale economia regionale
1.091 Imprese straniere
2.871 Imprese Femminili
1.044 Imprese Giovanili
Export nell’Economia del Mare dell’Emilia Romagna
897,3 Milioni di euro
Valore aggiunto dell’economia del mare: le prime 4 province emiliane
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Rimini con incidenza del 32,1 % e valore assoluto di 1.611,1 milioni di euro
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Ravenna con incidenza del 18,6 % e valore assoluto di 936,4 milioni di euro
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Forlì-Cesena con incidenza del 11,3 % e valore assoluto di 566,7 milioni di euro
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Ferrara con incidenza del 5,1 % e valore assoluto di 258,2 milioni di euro
Occupati nell’economia del mare: le prime 4 province emiliane
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Rimini con incidenza del 40,4 % e valore assoluto di 30.457 occupati
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Ravenna con incidenza del 20,9 % e valore assoluto di 15.944 occupati
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Forlì- Cesena con incidenza del 11% e valore assoluto di 8.422 occupati
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Ferrara con incidenza del 7,8 % e valore assoluto di 5.925 occupati
Imprese nell’economia del mare: le prime 4 province emiliane
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Rimini con incidenza del 39,1 % e valore assoluto di 5.537 imprese
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Ferrara con incidenza del 19,4 % e valore assoluto di 2.749 imprese
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Ravenna con incidenza del 18 % e valore assoluto di 2.549 imprese
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Forlì-Cesena con incidenza del 10,3 % e valore assoluto di 1.453 imprese