Accuse incrociate tra Balboni e Bernardi sul caso ‘Imam’
La polemica sul caso 'imam' di Portomaggiore è esplosa in un vero e proprio botta e risposta tra il senatore Alberto Balboni (FdI) e il sindaco Dario Bernardi
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Chiamati ad assicurare la sicurezza dei partecipanti a un evento senza essere pagati. Protagonisti gli operatori del 118, contattati nel 2024 per Monsterland
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Associazione a delinquere di carattere transnazionale finalizzata alla frode in commercio e autoriciclaggio: sono queste le pesanti accuse rivolte a una decina di indagati che, secondo il quadro ricostruito dagli inquirenti della Procura di Ferrara durante l’importante attività investigativa, avrebbero importato ingenti quantità di vongole dal Portogallo per poi farle arrivare in Italia e commercializzarle nel mercato italiano come se fossero un prodotto autoctono.
Gli indagati, ieri (lunedì 1° dicembre) mattina, sono stati sottoposti agli interrogatori preventivi davanti al gip Marco Peraro del tribunale di Ferrara, una fase inserita recentemente con la riforma voluta dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, che si svolge prima che il giudice per le indagini preliminari decida se applicare o meno una misura cautelare (custodia cautelare in carcere, arresti domiciliari o obbligo di firma) che, come in questo caso, viene richiesta dalla Procura.
Non è la prima volta che le vongole del Portogallo finiscono al centro delle cronache locali ferraresi. Già lo scorso dicembre infatti, durante le attività di controllo nel Distretto di Pesca del Nord Adriatico, che comprende anche la Sacca di Goro, la Guardia di Finanza aveva sequestrato un carico di 9 tonnellate di vongole veraci prive della necessaria etichettatura, nell’ambito di un’operazione mirata a tutelare la salute dei consumatori e la legalità nel settore della pesca.
In particolare, durante due distinti interventi, gli operatori delle Fiamme Gialle avevano controllato due furgoni provenienti dal Portogallo e condotti da cittadini di origine straniera. All’interno dei mezzi erano stati rinvenuti complessivamente 9.000 kg di vongole veraci, per un valore sul mercato di circa 100mila euro, che – oltre ad essere stipate in maniera irregolare – risultavano prive dei documenti necessari per la tracciabilità della loro provenienza.
Poi, una volta terminate le operazioni ispettive, svolte anche con l’ausilio di funzionari della competente Azienda Sanitaria Locale, l’ingente carico era stato sequestrato e avviato alla distruzione, mentre ai due conducenti dei veicoli erano state comminate le relative sanzioni amministrative.
Due anni fa invece, a novembre 2023, due uomini di nazionalità moldava di 34 e 27 anni erano stati denunciati per riciclaggio dopo che, durante uno dei tanti controlli lungo la SS309 Romea, i carabinieri li avevano trovati in possesso di circa 22mila euro in contanti, poi sequestrati, di cui non erano riusciti a spiegare la provenienza. A farlo ci aveva pensato poi l’avvocato Giacomo Forlani, che oggi li difende, dicendo che i due stavano rientrando dopo aver chiuso un accordo commerciale nel Basso Ferrarese per conto di un’azienda portoghese attiva nell’export di vongole giapponesi.
Un accordo commerciale che, stando a quanto riferito dal legale, la ditta lusitana aveva chiesto di chiudere, come prerogativa per il buon esito dell’affare, con il versamento della somma pattuita in cash. Si parlava in totale di circa 14mila euro, che i compratori avrebbero pagato all’azienda portoghese in diverse tranche per evitare lo sforamento del limite dei 10mila euro, mentre i restanti circa 8mila euro trovati nel furgone – così aveva detto l’avvocato – servivano ai due attualmente finiti nel registro degli indagati per poter procedere con l’acquisto del motore di un’imbarcazione.
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