Ferrarese per vocazione e cooperativa per identità. Potrebbe essere riassunta così la tappa che venerdì 21 novembre ha portato la III edizione della Scuola di Sviluppo Territoriale nel cuore pulsante della cooperazione locale, dove il modello partecipativo non è teoria ma pratica quotidiana. Una giornata dal taglio divulgativo, densa di volti e storie, che ha mostrato agli studenti come la cooperazione sappia ancora incidere sulla qualità della vita, riannodando legami sociali e generando valore condiviso.
Ad aprire i lavori, i saluti di Ruggero Villani, direttore di Confcooperative Romagna Estense e presidente della Scuola, e di Chiara Bertelli, direttrice di Legacoop Estense. Proprio Bertelli ha richiamato la lunga storia della cooperativa Il Castello, “capace di leggere i bisogni abitativi di una popolazione che oggi vede crescere la presenza di persone anziane”. Villani ha rimarcato la distanza tra logiche di capitale e logiche cooperative: “Le società di capitali ruotano attorno al capitale, le cooperative attorno alle persone. Le decisioni sono democratiche e rispondono a bisogni fondamentali: dalla casa al lavoro, fino alla valorizzazione agricola”. Un modello che, ha aggiunto, “distribuisce ricchezza e crea fiducia”, contribuendo a fare dell’Emilia-Romagna uno dei laboratori mondiali della cooperazione.
Il pomeriggio è proseguito poi con la visita alla Cooperativa Il Castello, nata nel 1971 e oggi forte di oltre mille soci e 731 alloggi in proprietà, distribuiti in 24 complessi tra Ferrara, Comacchio e altri comuni del territorio. Un’esperienza che da quasi sessant’anni rende concreto «il sogno di una casa, una famiglia, una vita in comunità». Massimo Buriani, direttore e amministratore delegato, ha illustrato la gestione degli immobili, i servizi di socialità e l’attenzione agli anziani, dallo sportello di ascolto alla recente realizzazione della prima Comunità Energetica di Ferrara.
Successivamente la Scuola ha raggiunto Baura, sede della Cooperativa Sociale Integrazione Lavoro, nata nel 1992 per offrire opportunità professionali a persone con disabilità o in condizione di svantaggio. Qui gli studenti hanno scoperto un ecosistema cooperativo che unisce agricoltura sociale, ristorazione e servizi educativi, con 45 lavoratori e progetti che hanno trasformato il Fienile di Baura in un presidio di inclusione e vitalità. La sinergia tra cooperativa, comitato di frazione e giovani abitanti ha ridato centralità a Baura, divenuta oggi un modello di rigenerazione territoriale.
La giornata formativa ha restituito l’immagine di una cooperazione viva, capace di innovare e radicarsi, di ascoltare i bisogni e costruire comunità. Un ulteriore tassello che arricchisce il fitto mosaico di opportunità formative che la Scuola di Sviluppo Territoriale, garantisce anno dopo anno ai suoi studenti.
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