Niente patteggiamento o rito abbreviato per l’uomo che aggredì l’avvocato Gianluca Bonazza e la moglie in vai Carlo Mayr. Questi ultimi, assistiti dall’avvocato Gianluca Filippone, si sono costituiti parte civile durante l’udienza di ieri, martedì 25 novembre.
L’imputato, un 37enne di nazionalità nigeriana, preferirebbe invece proseguire il dibattimento con il rito ordinario. L’uomo era finito in manette con l’accusa di stalking e lesioni nei confronti della coppia e di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
Quella sera, verso le 23.30 la coppia stava rincasando dopo l’ultima uscita con il loro cagnolino. Sul muro di casa vedono una persona che sta orinando. Lo riconoscono.
A differenza di altre volte, in cui aveva preferito lasciar andare, quella volta Bonazza chiese di spostarsi da un’altra parte per espletare i suoi bisogni. Per tutta risposta l’uomo sputò contro di loro.
Marito e moglie entrano in casa per la porta del garage. All’improvviso la donna viene afferrata alle spalle e scaraventata a terra. A quel punto il marito afferra la prima cosa che gli capita sotto mano, un paletto segnalatore in alluminio, residuo di recenti lavori domestici.
Con quello in mano riuscì a spingerlo fuori di casa. Ma poi l’uomo riuscì a strappargli di mano il paletto e con quello iniziò a colpirlo.
Bonazza, una volta al pronto soccorso, riporterà sette giorni di prognosi per una contusione alla coscia ed escoriazioni a braccio e gomito. Identica prognosi per la moglie per una distrazione al rachide.
Al momento dell’arresto i carabinieri avevano dovuto usare il taser per contenerlo e bloccarlo, dati i morsi e calci subiti durante il controllo.
La giudice Rosalba Cornacchia ne aveva convalidato l’arresto e fornito il successivo nulla osta all’espulsione, respingendo la richiesta di custodia cautelare in carcere avanzata dal pm, applicando invece il divieto di dimora nel Comune di Ferrara.
Successivamente, con l’avvio delle procedure da parte dell’Ufficio Immigrazione della Questura, il 37enne era stato accompagnato nel Cpr di Torino, dove però – dopo sessanta giorni – ha chiesto di rivalutare la propria posizione, chiedendo la protezione internazionale. Una richiesta che la Corte d’Appello di Torino aveva ritenuto legittima, rimettendolo in libertà.
L’udienza è stata rinviata al prossimo 31 di marzo quando verranno sentiti tutti i testi, dalle persone offese, fino ai carabinieri intervenuti e ai testimoni. In quell’occasione si dovrebbe chiudere la fase istruttoria.
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