Politica
25 Novembre 2025
In Consiglio comunale la destra boccia l'adesione di Ferrara alla campagna "R1PUD1A" di Emergency sull'articolo 11 della Costituzione

“Che palle”… e Ferrara non è contro la guerra

di Elena Coatti | 3 min

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Che palle!“. È l’esclamazione della consigliera di Forza Italia Diletta D’Andrea durante la dichiarazione di voto sulla mozione per aderire alla campagna “R1PUD1A” di Emergency, presentata dai gruppi di opposizione. Una frase che fotografa il clima che ha attraversato l’ultima seduta consiliare: la maggioranza respinge, 13 voti contro 9, la mozione che chiedeva al Comune di Ferrara di aderire alla campagna nazionale con cui l’Ong fondata da Gino Strada vuole riaffermare il ripudio della guerra previsto dalla Costituzione.

La discussione si è aperta con il lungo intervento della capogruppo Pd Anna Chiappini, che ha richiamato le radici etiche e sociali dell’articolo 11 (“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, ndr), fino a ricordare cosa sancisce la Dichiarazione universale dei diritti umani. Ma già dai primi interventi della maggioranza è apparso chiaro che la mozione sarebbe stata bocciata.

Francesco Rendine, della Civica Fabbri, ha guidato il fronte del no: mozione “inutile”, “ridondante”, “simbolica”, secondo il consigliere. Il Comune – ha sostenuto – non ha bisogno di Ong per dire di volere la pace, né di dedicare anche “minime risorse indirette” a un’iniziativa “generica”. Una posizione che ha indignato le opposizioni: la consigliera dem Sara Conforti ha ricordato come Emergency operi nei contesti di guerra da trent’anni e come Ferrara stessa abbia collaborato più volte con l’associazione.

Anna Zonari (La Comune) ha così denunciato un voto “ideologico”, contrario non solo alla minoranza ma “contro lo stesso Statuto del Comune”, mentre Marzia Marchi (M5S) ha definito “scalata sugli specchi” il discorso di Rendine (uscito dall’aula dopo il suo intervento) a nome della maggioranza “per non ammettere di voler dire no a un principio fondamentale della Repubblica”.

La consigliera Iolanda Madeo (Fd’I) ha portato una linea ancora più netta: secondo lei la campagna di Emergency “confonderebbe aggressori e aggrediti” e trasformerebbe l’articolo 11 in “uno slogan pacifista”, affermando che la pace si difende “anche con le armi, quando necessario”.

A quel punto, il colpo di scena è arrivato con Diletta D’Andrea: irritata dal dibattito e dalle repliche dell’opposizione, ha sbottato: “Non voglio essere scurrile, ma che palle! Lo ripeto perché non ho vergogna. Sono stanca di sentirmi dire che noi cresciamo nella cultura della violenza”. Richiamata dal presidente Federico Soffritti per il linguaggio, l’azzurra ha rilanciato con un intervento acceso, parlando di manifestazioni violente, “pro-Pal”, poliziotti feriti e “retorica pacifista che non tiene conto della realtà“, giustificando così il voto contrario alla mozione.

Già quattro anni fa il consiglio comunale respinse la richiesta di intitolare uno spazio pubblico a Gino Strada e Teresa Sarti, fondatori di Emergency, perché non attinenti a Ferrara. In quell’occasione a intervenire per il voto negativo fu Federico Soffritti di Fratelli d’Italia, oggi presidente del consiglio comunale, che riprese parola per parola l’intervento del senatore Balboni, che faceva sua la fake news della “chiave inglese”. “Strada ha fatto certamente del bene – concedeva quattro anni fa -, ma nella sua storia non ci sono solo luci”. Soffriti parlò di “un personaggio che si è spesso schierato dalla parte dei nemici dell’Occidente”. “sempre schierato con la sinistra radicale”, “alfiere dell’ideologia negazionista”.

Non so se abbia preso distanza dai suoi compagni di lotta – continuava Soffritti -, quella militanza giovanile fa parte del giudizio complessivo sull’uomo”. Motivi per i quali l’esponente di FdI preferisce “aspettare i canonici dieci anni per l’intitolazione, per permettere una valutazione più completa. Oggi sarebbe solo una forzatura”.

Quanto alla mancata ‘ferraresità’ dell’intitolazione del 2021, l’allora consigliere Pd Simone Merli fece notare che “ci siamo ferraresizzati anche nell’intitolazione di vie e ospedali”, rciordando che proprio la maggioranza aveva promosso una raccolta firme per intitolare uno spazio pubblico a Norma Cossetto.

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