Martedì 25 novembre partirà da piazza Verdi alle ore 17.30 un corteo, che percorrerà le vie del centro per terminare in piazza Cattedrale. Lo hanno organizzato le attiviste di Ferrara Tranfemm: “Ci volete zitte e invisibili – scrivono – e invece ci avrete rumorose, infastidite, intransigenti, non solo durante il corteo di martedì 25 novembre ma tutti i giorni, d’ora in avanti finché non verremmo ascoltate”.
“Nel 2025 – ricordano nel comunicato -, l’Osservatorio Nazionale di Non Una di Meno nel 2024 ha registrato 91 femminicidi, lesbicidi e transicidi avvenuti nel nostro paese, 91 morti indotte da violenza di genere e etero-cis-patriarcale. Inoltre, ci sono almeno altri 68 tentati femminicidi riportati nelle cronache online di media nazionali e locali”.
Nonostante questi numeri (già alti) “è impossibile conteggiare la valanga di violenze quotidiane che avvengono ogni giorno, ogni ora, ogni minuto sulla pelle delle persone marginalizzate e silenziate”. Parlano “di disparità salariale, stalking, difficoltà di accesso a cure e sistemi di supporto medico, diritto all’aborto ostacolato da Chiesa, Stato e Provita, misgendering (sbagliare di proposito i pronomi di una persona) e deadnaming (utilizzare il ‘vecchio’ nome di una persona non rispettando le richieste e le necessità della stessa), discriminazioni razziali, invisibilizzazione e infantilizzazione dei bisogni delle persone disabili, negazionismo del genocidio palestinese in corso, insegnamenti patriarcali che continuano a prendere il posto dell’educazione sesso-affettiva e al consenso”.
Il 25 novembre però “non è soltanto una data rituale o un momento simbolico”. È una giornata, ricordano le attiviste, in cui danno “voce al dolore, alla resistenza e alla speranza di milioni di persone nel mondo che affrontano la violenza in tutte le sue forme”.
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