Politica
16 Novembre 2025
L'ex guardasigilli dei governi Andreotti e Amato ospite alla festa dell'Avanti. Squarzanti (Psi): "Il nostro partito è vivo e vuole tornare a essere una forza influente nella vita politica del territorio"

L’ex ministro Martelli: “Il partito liberaldemocratico di Marattin? Auguri”

di Redazione | 3 min

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Braccio destro di Craxi e fra i protagonisti della Prima Repubblica, Claudio Martelli, 82 anni, venerdì sera, 14 novembre, ha parlato a Ferrara, ospite della festa dell’Avanti al centro sociale Il Barco. “Ho rispetto per alcune personalità liberali della storia del nostro Paese. Ma non penso che il partito liberale abbia una grande tradizione in Italia. Oggi sento dire che un ex parlamentare del Pd, tale Marattin (assessore della prima amministrazione Tagliani, ndr), ha creato un partito liberaldemocratico. Auguri. Poi ce n’è uno che quando l’ho conosciuto mi parlava di socialismo liberale e adesso parla solo di liberalismo. Si chiama Calenda”.

Comincia così Martelli, con due sferzate. Il pubblico ride. Lui continua: “Un conto è la politica, un altro è l’economia. Uno degli errori compiuti dall’occidente è stato quello di credere che lo sviluppo economico avrebbe portato anche a uno sviluppo democratico di paesi retti da regimi autoritari. Non è andata così. Il capitalismo affronta le crisi e le supera e può convivere tranquillamente sia con i regimi comunisti e fascisti, sia con i sistemi liberaldemocratici”.

Venendo poi al tema dell’Unione europea, ha suggerito che la causa delle difficoltà odierne sarebbero “gli interessi di ogni singola nazione fomentati dall’economia”. Per superare l’impasse, secondo il socialista, bisognerebbe incominciare abolendo la regola del voto all’unanimità (“che aveva un senso quando c’erano sei nazioni, ora è ragione di paralisi, sfruttata per esempio da Orbán”) e dando concretezza a un piano di difesa comune, che “era già considerata nel manifesto di Ventotene come una condizione essenziale per evitare ulteriori spargimenti di sangue”. Ha suscitato gli applausi della sala quando ha dichiarato: “Se l’Europa vuole diventare uno stato federale deve mettere in comune la forza. Perché questa è la più sicura prevenzione che non ci saranno più guerre fra europei. Chi non vuole questo vuole mantenere un presidio di forza nazionale che possa un giorno o l’altro essere usata contro gli altri”.

All’evento organizzato dalla sezione ferrarese del Partito Socialista Italiano hanno preso parte oltre 150 persone, alcune delle quali rimaste in piedi dopo che erano finiti i posti a sedere. Fra il pubblico presenti anche Marcella Zappaterra e Nicola Minarelli, rispettivamente consigliera regionale e segretario provinciale del Partito democratico.

A prendere la parola anche la vice segretaria nazionale del Psi, Daria De Luca, che ha rilevato come a Ferrara, dalla vittoria del centro-destra nel 2019 a oggi, “si è assistito a una perdita di raccordo con le politiche di concertazione regionale e questo disallineamento politico va a discapito del territorio. Oggi siamo di fronte a un punto di non ritorno per la gestione del centro-destra. Come Psi siamo chiamati a metterci al lavoro per dare rappresentanza all’area riformista”.

Lia Quartapelle, deputata del Pd e promotrice dei circoli Matteotti – di cui uno ha aperto di recente anche a Ferrara – ha posto l’accento sulla necessità di “fare uno sforzo per mettere insieme culture politiche diverse ma non distanti, così da provare a ragionare insieme. In un momento così cruciale per la democrazia e per l’Europa è importantissimo provare a trovare dei punti comuni”.

Tornando al locale, Gianni Squarzanti, segretario provinciale del Psi, ha promesso combattività per le amministrative che si terranno, a Comacchio e Bondeno, nel 2026. “Nel centrosinistra manca un polo riformista. Noi ci rivolgiamo a chi si è allontanato dalla politica e nutre una sensibilità laica. Quello che vogliamo dire alla cittadinanza è che il nostro partito è vivo e vuole tornare a essere una forza influente nella vita politica del territorio”.

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