Attualità
17 Novembre 2025
L’autrice rivela i motivi del titolo e alcuni dei viaggi contenuti nel libro come quello al villaggio del docufilm premio Oscar “No Other Land” At-Tuwani

Bignardi e “Nostra solitudine”: un viaggio fuori e dentro di sé

di Redazione | 4 min

Leggi anche

Trasformare il silenzio in voce: Unife contro la violenza di genere

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il 25 novembre, l’Università di Ferrara conferma il proprio impegno nel contrasto a ogni forma di violenza e discriminazione di genere. Attraverso sette appuntamenti, aperti alla comunità accademica e alla cittadinanza, l’Ateneo propone momenti di confronto e riflessione collettiva

L’odore del sangue, dell’olio e della benzina: Gaza nelle parole di chi è tornato

La tragedia di Gaza non è finita. È questa la frase che rimbalza più spesso, quasi come un monito, tra le pareti di Spazio Grisù, dove venerdì sera il pubblico si è raccolto per una serata che ha il sapore dell'urgenza. A organizzare l'incontro è Sanitari per Gaza - Ferrara, che ha voluto portare in città la voce di chi quella tragedia l'ha attraversata in prima persona: il medico rianimatore Filippo Pelagatti

Vandalismi senza sosta in piazzetta Cacciaguida: residenti esasperati

Lo stillicidio di vandalismi che da mesi colpisce piazzetta Cacciaguida ha raggiunto un nuovo picco nelle ultime ore. Dopo l’ennesima notte di danneggiamenti, lo Studio Vezzali srl — amministratore pro tempore del condominio “Le Crocette” — ha inviato un nuovo esposto: il quarto da quando il problema si è presentato

Furti in serie a Borgopunta: cresce la paura tra i residenti

Il quartiere di Borgopunta è scosso da settimane da una serie di furti negli appartamenti che stanno generando forte preoccupazione tra i residenti. A lanciare l’allarme è un gruppo di cittadini riunitisi spontaneamente, che ha deciso di rivolgersi alla stampa per accendere i riflettori su una situazione ormai ritenuta fuori controllo

di Tommaso Piacentini

La solitudine: prigione sociale o luogo in cui ritrovare se stessi? Mercoledì 12 novembre, la scrittrice e giornalista Daria Bignardi ha presentato il suo nuovo libro dal titolo “Nostra solitudine”, edito Mondadori, in una gremita sala dell’Oratorio San Crispino della libreria Libraccio. 

Un dialogo illuminante, moderato da Monica Pavani e da alcune studentesse della classe 4W del liceo Ariosto, in cui Bignardi ha ripercorso non soltanto alcune tappe dell’anno di viaggi descritti nella trama del suo essay, ma anche il senso profondo della ricerca di sé in questi spostamenti e in una società che, anche grazie all’avvento dei social, tende all’abolizione dell’isolamento. 

Il tema della solitudine, come ha spiegato l’autrice, era stato già affrontato nella sua precedente opera “Ogni prigione è un’isola”, in cui affronta il tema della vita carceraria, ma con “Nostra solitudine” ha cercato di darne un taglio più filosofico, spinta da un impulso tutto interiore: “Sentivo i posti del mondo che mi chiamavano”. 

Il titolo “Nostra solitudine”, come ha spiegato Bignardi, è stato frutto di numerosi cambiamenti: “Il titolo che avevo scelto all’inizio era ‘Storia della mia solitudine’, che seguiva il filone di ‘Storia della mia ansia’, e quel titolo è rimasto per tanto tempo”. Tuttavia, a causa dello “spavento per un mio evento personale” e del consiglio di una “persona molto importante per me” – un medico che le avrebbe suggerito di non utilizzare un titolo troppo personale -, l’autrice decide di contattare il suo editor per modificare il titolo: “Propongo molti titoli e poi decidiamo per ‘Nostra solitudine’. È assolutamente il suo titolo, perché facendo questo viaggio sia dentro che fuori di me ho capito, con gli incontri con le persone e con me stessa, che la solitudine è una questione sociale, non riguarda solo noi stessi”. 

La solitudine non è necessariamente negativa – ha proseguito la scrittrice -, nella sua accezione privata è un luogo di raccoglimento, che ci può far sentire anche più connessi con gli altri. Senz’altro ho capito scrivendo che la solitudine è Nostra”. 

Sulla scelta della forma narrativa del suo libro, quella del personal essay, Bignardi ha dichiarato di essere stata influenzata da altri autori ‘essayisti’ come Emmanuel Carrère, in particolare per l’efficacia del messaggio veicolato con questo genere narrativo: “Il modo di usare se stessi per parlare del mondo lo trovo efficace. Il fatto di poter parlare della contemporaneità parlando di se stessi è fondamentale e in questi ultimi anni ho scoperto che questo è il modo in cui volevo scrivere”.

Un genere che comunque pone un limite molto sottile tra vicenda pubblica e vissuto privato: “Gli scrittori sono totalmente spudorati – ha commentato Bignardi -. Non è cinismo! Quando scrivi partendo da una cosa intima, non è più tua. Un consiglio? Se avete amici scrittori non raccontategli tutto”.

Un trait-d’union tra pubblico e privato, quindi, quello proposto con il saggio personale. Un collegamento che non è appannaggio esclusivo dell’uomo con i suoi simili, ma che può esistere anche tra uomo e natura. La vibrazione suscitata dall’incontro visivo con un gorilla ne è un esempio, un incrocio di sguardi descritto nel libro come una rivelazione: “Sento che lui ne sa più di me. Lui c’era prima”.

Bignardi ha poi descritto uno dei viaggi più significativi contenuti nel libro, quello ad At-Tuwani, il villaggio del docufilm premio Oscar “No Other Land”: “Ad At-Tuwani ci sono finita per caso. Con la prima tregua c’erano i primi scambi di prigionieri palestinesi e israeliani e mi sarebbe piaciuto parlare con i palestinesi rilasciati. Decido di andare, era gennaio. Un’amica, che lavorava per Sea-Watch e che aveva vissuto in Cisgiordania, mi aveva chiesto di aspettarla per andarci insieme. Lei aveva vissuto 6 anni nel villaggio di At-Tuwani, così siamo andate lì”. 

“Mentre ero lì – prosegue la scrittrice -, arriva la notizia che un colono aveva sparato a un contadino. A me hanno chiesto di rimanere con una bambina. Assistere era diverso, le cose che prima di partire sentivo solo dire, le ho viste con i miei occhi”. 

La scrittrice torna così in Italia con una consapevolezza diversa: “Quando sono tornata a fine aprile mi sono sentita più coinvolta: quando ho visto partire la Flotilla ho pensato che avevano ragione, perché se si è circondati dalla follia allora bisogna essere folli. Sono sempre andata alle manifestazioni e se mi chiedono di raccontare cosa ho visto lo racconto. C’è un Paese dove la totale ingiustizia governa ogni giorno”. 

In virtù delle opere in cui Bignardi indaga il rapporto materno, una ragazza del liceo Ariosto ha poi recitato la poesia “Supplica a mia madre” di Pier Paolo Pasolini, chiedendo all’autrice se condividesse la visione del poeta: “Dobbiamo stare attente noi madri a esserci quando serve, perché tutto ciò che è troppo produce disarmonia e il troppo amore materno crea vite disarmate”. 

Grazie per aver letto questo articolo...

Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com