Venerdì 14 novembre, alle ore 16, piazza della Cattedrale a Ferrara ospiterà un presidio promosso da Rete Giustizia Climatica Ferrara, Fridays for Future, Extinction Rebellion, Legambiente, Arci, Cgil e Rete Studenti Medi, in concomitanza con la trentesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite (Cop30), che si tiene a Belém, in Brasile, dal 10 al 27 novembre.
L’iniziativa locale si inserisce in un contesto globale che, come ricordano i promotori, appare sempre più critico: “Gli sforzi profusi fino ad ora, tra successi, sconfitte e la resistenza delle lobby dei combustibili fossili, risultano purtroppo insufficienti. Il mondo non è sulla buona strada, la crisi climatica si aggrava a un ritmo senza precedenti”.
Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, “la temperatura globale supererà la soglia critica di 1,5°C, stabilita dall’Accordo di Parigi, nei prossimi cinque anni”. Per questo, sottolineano le associazioni, “serve un’immediata inversione di rotta” attraverso “azioni climatiche accelerate e collettive in grado di contenere il surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1,5°C”.
Il presidio intende anche “far emergere il contributo che i vari territori possono portare per realizzare questi obiettivi”. L’appello è chiaro: “Occorre, contemporaneamente, agire sulla scala globale e produrre interventi anche nei singoli Paesi”, puntando su scelte concrete a livello locale. In quest’ottica, i promotori evidenziano “il rilievo importante del fatto che l’Assemblea regionale dell’Emilia-Romagna inizi a discutere le proposte di legge di iniziativa popolare” avanzate da Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna e Legambiente regionale su acqua, rifiuti, energia e consumo di suolo.
Le realtà ferraresi chiedono anche un impegno più deciso sulle questioni che toccano da vicino la comunità locale: dal “forte squilibrio nel ricorso al biometano e agli impianti di energia rinnovabile autorizzati al di fuori di qualsiasi logica di pianificazione territoriale” alla necessità di “promuovere la mobilità fondata sul trasporto pubblico e sulla priorità di quella pedonale e ciclistica”. Nel documento si evidenzia inoltre l’urgenza di “ridurre gli allevamenti intensivi e il consumo di suolo” e di “privilegiare la gestione pubblica dei beni comuni, a partire dal servizio idrico”, su cui si attendono decisioni importanti entro il 2027.
“Contrastare il cambiamento climatico e realizzare un’economia finalizzata alla conversione energetica ed ecologica significa anche mettere in campo un’altra idea di città e del nostro territorio”, scrivono le organizzazioni firmatarie.
Il presidio del 14 novembre sarà dunque un momento di confronto e di mobilitazione, “con l’intenzione di dare continuità a questo impegno anche nel futuro che sta di fronte a noi”.
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