Un fraintendimento in piena regola ha infiammato la seduta del Consiglio comunale di Ferrara di ieri (10 novembre), durante la discussione sulle accuse reciproche di linguaggio non istituzionale tra maggioranza e opposizione. Nel corso del suo intervento, il vice sindaco Alessandro Balboni ha puntato il dito contro la consigliera Arianna Poli (Civica Anselmo), collegata da remoto, accusandola di avere in casa un poster con la scritta Acab, acronimo noto per l’espressione “All cops are bastards” (“tutti i poliziotti sono bastardi”).
Un’accusa che, tuttavia, si è rivelata un clamoroso errore. La stessa Arianna Poli, intervenendo subito dopo, ha spiegato che quel poster non aveva nulla a che fare con l’accezione offensiva dell’acronimo, ma con un progetto artistico legato al mondo dell’infanzia, e che l’acronimo significava invece “All childrenbooks are beautiful” (“tutti i libri per bambini sono belli”).
La consigliera ha pubblicato anche un post sul suo profilo Facebook per chiarire pubblicamente l’equivoco: “All childrenbooks are beautiful. Da sempre sostengo e supporto le autoproduzioni, e da quando ho cambiato casa le pareti delle stanze sono addobbate da illustrazioni che amo. Questa in particolare di Noemi Vola realizzata insieme ad Andrea Antinori mi ha colpito subito: amo i libri per bambini (e sì, ovviamente la Pimpa!)”, ha dichiarato la consigliera.
Il poster in questione, ha aggiunto Poli, è “una meraviglia che ho visto alla mostra da Zoo a Bologna un paio d’anni fa; le ho scritto per tenermene un esemplare”. E ha concluso con una riflessione dal tono pacato ma deciso: “A discapito di quanto si sia potuto pensare ieri dal mio collegamento da remoto in Consiglio Comunale, non tutti gli acronimi sono uguali — ma tutti i libri per bambini sono belli!”.
Chiudendo infine con un messaggio ironico ma significativo: “E per farli in due, i giochi, bisogna essere sicuri che entrambi vogliano partecipare. E se non ti piace, non giocare. Grazie Noemi per la tua arte: tu sai”.
Nonostante la precisazione, il vice sindaco Balboni non ha ritenuto opportuno, nel corso della discussione in Consiglio, presentare le proprie scuse per quella che, a tutti gli effetti, è apparsa come una gaffe istituzionale.
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