Rossella Arquà ha “sperimentato per tantissimi anni il metodo ‘politico’ Naomo”, non solo, ne ha “fatto parte per troppo tempo” ma oggi “per fortuna ne sono uscita”. Un metodo che definisce “peggio della malattia che mi ha colpito”, una malattia della quale dice che si libererà “come mi sono liberata di quel sistema”.
Con queste parole l’ex fedelissima di Nicola “Naomo” Lodi annuncia di essere malata e commenta sui social la notizia che riporta come si siano concluse le indagini e l’accusa di cui potrebbe dover rispondere l’ex vicesindaco è quella di peculato.
“Spero solo – dice ai nostri taccuini – che la giustizia faccia il suo corso e che venga fuori tutta la verità”. Una verità che vuole raccontare davanti ai giudici quando verrà ascoltata e di cui, fino a quel momento, non vuole anticipare nulla. “Dirò – dice soltanto – come sono andate le cose, non come dice lui (Nicola Lodi, ndr)”.
Spera però che tutto “questo possa finire il più presto possibile” perché “ne ho abbastanza dei miei problemi.
Il processo, l’ennesimo, che rischia di dover affrontare Nicola Lodi nasce dalle sue stesse dichiarazioni nel procedimento in corso che vede come imputata proprio la sua ex braccio destro. Rossella Arquà deve rispondere di minacce per le lettere minatorie che, secondo la Procura, nel 2021 avrebbe inviato nella sede del partito con l’obiettivo di intimidire l’ex vicesindaco.
Lodi raccontò di aver fatto installare due telecamere su due auto parcheggiate fuori dalla sede di via Ripagrande, una di proprietà del Comune di Ferrara. Proprio l’utilizzo di quest’auto potrebbe configurarsi il reato di peculato.
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